Oliverio: “Riorganizzare e riqualificare la rete ospedaliera ed i servizi. Cosenza avrà un nuovo ospedale hub”

oliverio_marioCOSENZA – Il Presidente della Regione Mario Oliverio, intervenuto ad una iniziativa organizzata da Csv e Ipasvi a Cosenza, in occasione della Giornata internazionale dell’Infermiere, dedicata al tema “Infermieri e volontari” ha , tra l’altro dichiarato:

“Siamo all’inizio di un percorso che vedrà più soggetti in campo, per le diverse responsabilità, teso a rimettere in piedi un sistema sanitario degno di questo nome. Occorre procedere alla riorganizzazione e alla riqualificazione della rete ospedaliera e dei servizi territoriali. E’ in fase avanzata la progettazione dei nuovi ospedali della Sibaritide, di Vibo e della Piana di Gioia Tauro. Entro l’autunno saranno aperti i cantieri con l’inizio dei lavori. E’ venuto il momento di lanciare un concorso di idee per il nuovo ospedale di Cosenza.

E’ mia intenzione- ha proseguito- avviare nei prossimi mesi le procedure per la progettazione e la realizzazione del nuovo ospedale hub di Cosenza. La struttura ospedaliera dell’Annunziata ha svolto nei decenni un ruolo importante per una grande provincia come è quella di Cosenza e per l’intera Calabria. Ora è divenuta assolutamente stretta ed inadeguata per l’organizzazione di servizi e prestazioni sanitarie a cui deve assolvere una struttura ospedaliera hub sulla quale si riversa la domanda di oltre il 40 per cento della regione.

Nei prossimi giorni presenteremo formalmente la proposta per il nuovo ospedale hub a Cosenza e indicheremo il percorso che intendiamo seguire. Il nostro obiettivo è di realizzare una struttura moderna, con servizi avanzati, tecnologie di avanguardia e prestazioni da porre al servizio della cura della salute dei cittadini calabresi. Una struttura che deve essere un punto di forza nel progetto di riqualificazione del sistema sanitario regionale e deve saper interagire con il resto delle strutture ospedaliere ed universitarie, di ricerca e con il territorio. Negli scorsi anni la gestione del piano di rientro ha avuto carattere contabilistico, ragionieristico e ciò, se ha determinato il rientro di parte del debito, ha anche avuto ad effetto e conseguenza l’indebolimento dell’intero sistema e l’innalzamento della mobilità passiva, con un incremento della spesa che la nostra Regione paga ad altre Regioni per la cura dei nostri concittadini che si spostano fuori.

Siamo la regione che più ricorre all’esterno. La curva è in crescita: dal 2010, anno di inizio della gestione commissariale del piano di rientro, al 31 dicembre 2014, il costo per la mobilità passiva, ovvero l’emigrazione per la salute, è passato da 236 a 260 milioni di euro. Una spirale negativa via via cresciuta che ha portato i servizi ospedalieri nell’assoluta inadeguatezza, quando non nel degrado. Bisogna spezzare questa spirale attraverso il rafforzamento dei servizi sanitari, nel quadro di una programmazione reale ed adeguata.È in via di definizione il quadro dei servizi territoriali – ha detto ancora il presidente della Regione – rispondente ad un dato su tutti gli altri: la cura della salute in prossimità, perché il primo riferimento deve essere il territorio e da questo bisogna partire. Anche nella nostra regione deve trovare cittadinanza la prevenzione, un terreno su cui investire molto e lavorare per portare ad un dato fisiologico la mobilità passiva.

I calabresi che vanno fuori devono farlo per libera scelta, non perché costretti. Cambiare passo è divenuto oggi indispensabile, e questo implica l’affermare la meritocrazia. Niente spazio per la clientela e le pacche sulle spalle; dovrà vigere la responsabilità e questo criterio ad orientare le scelte. Il percorso di riqualificazione dovrà puntare anche sulla formazione di giovani professionisti. In questa direzione investiremo per consentire ai nostri giovani di esprimere i propri talenti e di utilizzare opportunità oggi compresse da una assurda impostazione del numero chiuso nelle specializzazioni. Pensiamo di utilizzare risorse del FSE per un programma di formazione che consenta alla nostra Università di Medicina di sfornare una nuova leva di professionisti da utilizzare nelle nostre strutture sanitarie. In tal senso va riscritta la convenzione fra la Regione e l’Università, relativa alla formazione. Lo sblocco del turnover che consentirà le assunzioni di circa 400 unità, medici, infermieri e operatori sanitari e tecnici, permetterà anche di avviare contestualmente la stabilizzazione di tanti precari che ai fini della aggiuntività del personale necessario non inciderà perché già a carico della spesa sanitaria.”
Parlando del volontariato, il presidente Oliverio ha rimarcato come “in questi anni un ruolo importante di supplenza è stato svolto proprio dal volontariato a cui va il nostro sincero ringraziamento perché ha il merito di aver concorso attivamente a garantire in molti casi i servizi.”
Riferendosi, infine, alla importante figura professionale dell’infermiere ha stimato come questa dia “ un contributo importante, perché i migliori edifici partono da buone fondamenta.”

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