Rende, Torrente Surdo: pulizia meccanica a “tabula rasa”. Era proprio necessaria?

RENDE (COSENZA) – Alberi e arbusti sradicati, argini dissestati, un intero ecosistema distrutto, trasformato banalizzato. E’ quanto denunciano le associazioni ambientaliste riguardo alcuni lavori effettuati dalle ruspe lungo il torrente Surdo, in un tratto di circa 2 km tra le contrade Linze e Failla.

“Molti cittadini, rimasti attoniti di fronte ad una visione apocalittica come questa, ci hanno chiesto il perché di questo scempio”, affermano ancora le sottoscriventi associazioni.

Per comprendere appieno il danno che interventi del genere causano sull’ambiente, bisogna avere maggiore consapevolezza su quelle che sono le funzioni che la vegetazione ripariale svolge lungo fiumi, torrenti e canali.

La Natura non fa nulla per caso: la presenza di vegetazione ripariale svolge un ruolo fondamentale ed insostituibile nel consolidamento delle sponde riducendone l’erosione e regimando il deflusso delle acque con conseguente riduzione della velocità dell’acqua stessa. L’ombreggiatura della vegetazione ha inoltre ricadute positive sul microclima e sulle caratteristiche fisico – chimiche dell’acqua migliorandone anche la qualità.

Fiumi, torrenti e vegetazione annessa rappresentano degli importanti corridoi naturalistici di collegamento tra diverse tipologie di ambienti, all’interno dei quali, la fauna può facilmente spostarsi. La vegetazione ripariale costituisce pertanto un insostituibile ambiente di vita per un gran numero di specie animali, tra cui diversi uccelli, mammiferi, anfibi e rettili, tutelati a livello regionale, nazionale e comunitario.

Citate sinteticamente le funzioni svolte dalla vegetazione lungo i corsi d’acqua non è neanche troppo difficile immaginare quale siano le conseguenze ambientali quando questa viene eliminata. In ogni caso, oltre ai danni agli habitat e alla biodiversità, interventi del genere non portano benefici in termini di sicurezza idraulica, se l’intento degliamministratori o degli enti gestori è questa. Infatti, la pulizia di fiumi e torrenti, anziché ridurre i pericoli provocati dalle piene, ottiene proprio l’effetto contrario. La massa d’acqua dovrebbe essere rallentata nella sua corsa verso valle in modo da ridurne la forza distruttiva e di diluirla nel tempo, invece eliminando alberi e arbusti la velocità di deflusso viene aumentata, cosa che naturalmente ne incrementa la pericolosità. In questo modo si favoriscono ulteriormente disastri come quelli che, a causa dei cambiamenti climatici, hanno colpito sempre più di frequente l’Italia e purtroppo anche la Calabria.

Inoltre tutta la fauna legata a questo ecosistema è destinata immediatamente a scomparire o a rifugiarsi altrove. E sono tante le specie di uccelli che in questo momento soffrono dell’eliminazione ripariale lungo il torrente Surdo, dai passeriformi come l’usignolo di fiume agli ardeidi come garzette e aironi. Ma anche le popolazioni di pesci e anfibi subiscono gravissimi danni in seguito a questi interventi che portano ad una variazione del microclima, soprattutto in estate.

In ultima analisi le conseguenze di questi interventi si traducono in un maggior rischio idraulico, in habitat distrutti, uccelli, piccoli mammiferi, rettili e anfibi scomparsi. A questo bisogna anche aggiungere i costi economici, non indifferenti, per realizzare questi inutili, quanto pericolosi interventi.

Non vorremmo che, in alcuni casi, dietro a questa campagna locale e nazionale per la canalizzazione e pulizia dei nostri corsi d’acqua si celassero interessi collegati alla produzione di cemento e di utilizzo del legname anche per la produzione di cippato.

“Solo con azioni selettive, contestualizzate e mirate si possono conservare gli habitat fluviali, rafforzando la protezione idrogeologica e la tutela del paesaggio e della biodiversità” dichiara Marco Dinetti, responsabile Ecologia urbana della Lipu. “E’ veramente giunta l’ora per tutto il Paese di cambiare le politiche di gestione del territorio, a partire da quella dei fiumi”, aggiunge ancora Dinetti.  Servono maggiori competenze tecniche, collaborazione e nuove sensibilità, e soprattutto serve capire che l’approccio sommario al patrimonio naturale è un terribile boomerang. Distruggere la natura è far male prima o poi anche alle società umane. Ogni distinzione radicale tra “noi” e “loro”, tra esseri umani e natura, oggi, in epoca di cambiamenti climatici e grandi emergenze ambientali, ha perso di significato, è superata, è pericolosa!

A questo punto, le associazione sottoscriventi inoltrano le domande pervenute al sindaco di Rende, agli assessori competenti e ai tecnici comunali, che spieghino le motivazioni di questi interventi. Ma che siano motivazioni valide, ovvero supportate da elementi di scientificità, oltre che di buon senso!

 

LIPU Sezione di Rende (CS)

I Giardini di Eva

Mediterranean Media

Madre Terra

FIAB Cosenza Ciclabile

Comitato Alberi Verdi

Casa delle Erbe

Comitato NO discariche

 

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