Carcere, chiuso il corso di LiberaMente a Cosenza

COSENZA – Hanno partecipato in 40, a Cosenza, al corso “Volontari per le misure di comunità” promosso dall’associazione LiberaMente nell’ambito dell’omonimo progetto SEAC (Coordinamento enti ed associazioni di volontariato penitenziario) sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD.

Il progetto nasce per favorire il reinserimento sociale dei detenuti che devono scontare una pena prevista dalle misure di comunità e che, in alternativa al carcere, possono svolgere lavori di pubblica utilità o attività di volontariato.

Il corso, che ha preso il via lo scorso 13 gennaio e si è concluso il 17 febbraio, ha visto la presenza, come relatori, di Adriana Delinna, direttrice dell’UEPE (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) di Cosenza, Paola Lucente, magistrato di sorveglianza, Giusy Ferrucci, presidente sezione penale del tribunale di Castrovillari, Francesco Rao, presidente associazione nazionale sociologi Calabria e Filiberto Benevento, direttore della casa circondariale di Cosenza. Inoltre sono intervenuti gli avvocati penalisti Giuseppe Lanzino ed Emilio Lirangi e, per la Camera Penale di Cosenza, gli avvocati Giuseppe Malvasi, Giovanni Cadavero e Valentina Spizzirri.

Diversi gli argomenti trattati durante i sei incontri come le misure alternative e di comunità, il processo penale, le funzioni dell’organo giudicante, del magistrato di sorveglianza e dell’avvocatura, i compiti dell’UEPE, la presenza del servizio sociale territoriale nel sistema penitenziario, la pena e l’ordinamento penitenziario e l’orientamento professionale come opportunità di recupero reale del reo.

“Il progetto ora prevede – spiega il presidente di LiberaMente, Francesco Cosentini – l’avvio di gemellaggi con altre realtà sociali italiane che hanno già avviato un percorso per l’attuazioni di misure di comunità, l’attivazione di borse lavoro per le persone ammesse alle misure di comunità e la sensibilizzazione dei cittadini, attraverso eventi, perfomance, flash mob e presentazioni di libri”.

L’iniziativa coinvolge, nel Sud Italia, cinque associazioni tra cui LiberaMente e prevede la formazione dei volontari, il rafforzamento della rete tra le associazioni di volontariato penitenziario e la sensibilizzazione della società all’accoglienza delle persone in esecuzione penale esterna. “Ora chiederemo a coloro che hanno frequentato il corso – continua Cosentini – la disponibilità a continuare un percorso di volontariato”. Il ruolo del volontario sarà, infatti, quello di facilitatore dell’inclusione sociale dei soggetti in esecuzione penale esterna.

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