CONFLUENZE: il teatro di La Ruina, il cantastoriei Nino Racco e musica classica

COSENZA – Un altro luogo del centro storico, la vecchia villa comunale, un altro genere, il teatro. Comincia così la terza giornata, quella di mercoledì 19 luglio, di “CONFLUENZE – Festival delle Invasioni 2017” nella parte antica della città.

E’ Saverio La Ruina, nell’anfiteatro della Villa Vecchia (ore 21.30) l’autore e protagonista solo di Masculu e Fiammina, prodotto da Scena Verticale, la compagnia che ha fondato nel ’92 con Dario De Luca, con cui condivide anche la direzione artistica del festival di teatro contemporaneo ‘La Primavera dei Teatri’. Saverio La Ruina è tra gli attori più premiati della scena italiana, più volte premio UBU, l’ultimo nel 2012 come migliore attore italiano con ‘Italianesi’.

Da Dissonorata a La borto, in cui ha dato vita a donne del Sud indimenticabili, Masculu e Fìammina, che lo ha visto debuttare al Piccolo Teatro di Milano, è ancora una volta un monologo. Un uomo che parla con la madre che non c’è più, alla quale confida con pacatezza la sua omosessualità. Non l’ha mai fatto, prima. Ora, in lui, si scioglie un tipico confessarsi del sud, al riparo dagli imbarazzi. Forse con il dispiacere di non aver trovato prima l’occasione di aprirsi.
Lungo corso Telesio, due momenti di musica classica, un quartetto barocco del Conservatorio Giacomantonio di Cosenza: flauto dolce e traversiere (Domenico Passarelli), flauto dolce (Serena Agosto), Giovanni Marsico (clavicembalo) e la voce del soprano Francesca Donato (ore 22). Sempre lungo il percorso il quartetto classico di fisarmoniche Impasse Accordion (ore 22.30): Ivano Biscardi, Paolo Corda, Giuseppe Gianforte e Francesco Mazzei propongono musiche di Piazzolla, Bach, Brahms e Biscardi.

Chiude in Piazza Duomo (ore 23) Nino Racco con il suo “Mondo”, spettacolo con il quale l’attore calabrese da oltre quindici anni propone il rinnovamento della figura cantastoriale, che si evolve in chiave teatrale. Lo spettacolo è un montaggio improvviso, deciso sera per sera, a seconda del contesto e dell’occasione, nel quale Nino Racco mette assieme stralci brevi o lunghi del suo tradizionale repertorio (Storia di Salvatore Giuliano, La Baronessa di Carini, Cola Pesce) per passare poi a cantastoriate più attuali.

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