Chiuse le porte del teatro “Il Piccolo”: a sorpresa non ci sono i soldi per pagare i musicisti. Direttore Artistico e Responsabile della Comunicazione si dimettono

castiglione_cosentino_teatro_il_piccoloCASTIGLIONE COSENTINO (COSENZA) – “Avremmo potuto fare meglio, perché il miglioramento è nella natura dell’uomo, ma sicuramente non avremmo potuto fare di più di quel che abbiamo fatto. Potevamo prevedere tutto, tranne che mancassero proprio le basi, per avviare una rassegna come Il Gusto del Jazz.

Sapevamo che il jazz a Cosenza non è semplice a farsi strada, ma abbiamo impegnato tutte le nostre forze, affinché questo progetto – che vedeva in cartellone artisti i cui curricula parlano da soli – potesse decollare. Sarebbe bastato seminare, considerato che il teatro Il Piccolo non ha una sua storia nel campo dell’arte, della musica, del jazz in particolare.

Siamo tuttavia rammaricate per come siamo state costrette a deludere le aspettative di quanti avevano creduto in questo progetto, lo avevano seguito e supportato con la loro presenza, serata dopo serata” – sono queste le parole accorate di Simona Stammelluti e di Mafalda Meduri, rispettivamente direttore artistico e responsabile alla comunicazione per il Teatro Il Piccolo di Castiglione Cosentino, dopo che il direttore del teatro Paolo Fata ha deciso di non proseguire nella rassegna.

“Non c’erano le basi sostanziali per procedere e da questo momento noi ci dissociamo da qualunque altro progetto si vorrà svolgere all’interno di quella struttura. Non abbiamo percepito neanche un centesimo per il lavoro svolto, in contrasto con gli impegni presi nei nostri confronti, ciò malgrado avremmo continuato a lavorare ancora per pura passione, se solo si fossero retribuiti gli artisti, nel rispetto degli accordi, e si fosse potuto sostenere il progetto, mettendo a disposizione dei musicisti stessi, cose indispensabili come un pianoforte. Ci veniva presentato tutte le sere il conto delle spese vive, come se farlo, potesse farci dissuadere dal voler proseguire.

La verità è che per far partire un progetto imprenditoriale, perché tale era, non si può certo partire con nulla e l’imprenditore Paolo Fata, che ha insistito per realizzare la rassegna, avrebbe dovuto saperlo, e assumersi di conseguenza, quello che si chiama rischio imprenditoriale. Certo, avremmo voluto anche noi, che il teatro fosse pieno tutte le sere, ma ci sono dei fattori che si sarebbe dovuto considerare sin dall’inizio e che noi conoscevamo molto bene. Un teatro distante dalla città, una concorrenza massiccia in fatto di serate sparse sul territorio, una offerta musicale sofisticata diretta ad appassionati del jazz col palato fine.

Avrebbe dovuto essere una vera e propria sfida imprenditoriale e professionale che noi abbiamo accolto mentre dall’altre parte si riduceva ad una conta spasmodica dei biglietti staccati. Pertanto, ci scusiamo con gli artisti che sono stati invitati e che poi non hanno potuto esibirsi nella rassegna, che si chiude così come si chiudono i nostri rapporti con il teatro stesso e chi lo gestisce” – sottolineano Stammelluti e Meduri.

“Avremmo voluto proseguire, ma non è dipeso da noi. Ci abbiamo provato ma non avevamo il potere decisionale che spetta a chi decide le sorti di una rassegna, malgrado ne conoscessimo la bontà e l’importanza per il territorio e per popolazione, che a volte non ama qualcosa esclusivamente perché non lo conosce, quel qualcosa. Possiamo rassicurare chi però ha creduto nel progetto e aveva voglia di seguirlo fino alla fine: non finisce ciò che si è voluto fortemente, e presto vi racconteremo tutte le novità che ci riguardano, ma che non riguarderanno più né il teatro Il Piccolo né chi lo gestisce”.

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