Ritrovata la prima opera lirica composta da una donna (a 18 anni) e mai rappresentata

BARCELLONA (SPAGNA) – Una perla, tinta di rosa, riaffiora dal polveroso oceano delle carte smarrite: la partitura manoscritta della prima opera lirica composta da una donna per un grande teatro europeo. Lluïsa Casagemas i Coll (1873-1942), bambina prodigio e poi compositrice, scrisse giovanissima “Schiava e Regina”. Fra i 16 e i 18 anni. Si è parlato finora di quest’opera come si parla dei piccoli tesori perduti e perciò forse più favoleggiati.

Adesso finalmente se ne potrà apprezzare la qualità obiettiva grazie agli esperti della UAB, l’Università Autonoma di Barcellona, cui “Schiava e Regina” è stata riconsegnata da un’altra donna, Maria Teresa Garrigosa, che l’ha recuperata preparando la tesi di dottorato sotto la direzione di Francesc Cortés, professore del dipartimento di Arte e Musicologia all’ateneo catalano.

L’attentato a teatro
La partitura è riemersa dagli scaffali del signor Francesc Bofill, che la custodiva per sé dopo averla ereditata dai nonni materni. Costoro – poiché le carte, è risaputo, fanno i più impensati giri – furono amici del fratello del musicista Francesc de Paula Sánchez i Gavagnach, maestro di Lluïsa Casagemas nonché dedicatario dell’opera.

“Schiava e Regina” (Esclava y Reina) portava per la prima volta una compositrice alla ribalta di un grande teatro del Vecchio Continente, il Liceu di Barcellona. Ma la sorte talvolta si mette di traverso: un attentato anarchico nel 1893 bloccò le rappresentazioni e la giovane autrice poté godere solamente degli applausi raccolti in qualche sala catalana e al Palazzo Reale di Madrid, dove brani dell’opera furono eseguiti a beneficio di un esiguo, aristocratico parterre. La malasorte per la Casagemas non sarebbe stata così ostativa, ha commentato il professor Cortés, se Lluïsa “fosse nata in Francia: oggi sarebbe considerata una compositrice immensa”.

La copia ritrovata, con libretto di Josep Barret, consta della riduzione manoscritta completa per pianoforte con annotazioni, nonché della partitura in tre atti più indice, aggiunto alla paginazione originale assieme a una fotografia dell’autrice e a una sua seconda foto con dedica al maestro Sánchez.

Persia di maghi e amori
“Schiava e Regina”, come suggerisce il titolo, era un’opera all’italiana con tre personaggi principali, fra cui il mago Budú al quale il principe Zelmiro contende la giovane schiava Pamira. L’azione si svolge in una Persia “kitsch”, dove le vicende amorose si alternano a elementi magici e all’intrigo di palazzo.

Sorella del pittore Carles Casagemas, amico di Pablo Picasso, Lluïsa fu considerata artista precoce e superdotata e già a undici anni aveva scritto una “Ave Maria”. Ricevette attestati di stima da personalità importanti della cultura spagnola come Amadeu Vives, Felip Pedrell e Isaac Albéniz e conquistò un premio all’Esposizione Universale di Chicago del 1893. Secondo Cortés, ”Schiava e Regina” ha uno speciale valore aggiunto perché è l’opera di un’esordiente donna in un circuito prevalentemente maschile e sembra scritta da uno sperimentato musicista.

Gli studiosi, anche grazie al diario biografico lasciato dalla Casagemas, calcolano che nell’arco della vita abbia scritto più di 300 composizioni, di cui si conoscono per nome un centinaio di titoli, mentre le partiture conservate sono appena 48 elaborate fra i 18 e i 20 anni. Non fu felice la vicenda di Lluïsa: ventunenne si sposò con un aristocratico appassionato di automobili e smise di comporre per dedicarsi ai figli. Cinque ne generò e quattro le morirono di tifo. Travolta, ma non schiacciata dalle tristezze, tornò successivamente a esprimersi sul pentagramma pure dopo essere rimasta vedova nel 1924.

E così, poiché ciò che muore qualche volta resiste al tempo o ne riemerge, il 27 ottobre al Teatro de Sarrià di Barcellona si darà una prima rappresentazione delle arie e duetti (soprano e tenore) più significativi di “Schiava e Regina”. In attesa che l’opera completa, della durata di due ore, possa occupare il palcoscenico dove la vita, nel 1893, lo impedì. Al teatro Liceu. (AGI)

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