Regione si opporrà a impugnativa CDM su Legge “Sismica” 37/2018

La Regione Calabria si opporrà all’impugnativa della legge regionale n. 37/2018 da parte del Consiglio dei Ministri, perché la ritiene il risultato di un errore di valutazione che può avere gravi conseguenze per la Regione. E’ scritto in una nota dell’ufficio stampa della Giunta regionale. La legge ha la finalità di semplificare e velocizzare le procedure tecnico-amministrative per l’autorizzazione sismica salvaguardando il rigore delle verifiche in termini di sicurezza. Attualmente la complessità della materia genera spesso ritardi, aggravando le difficoltà dei privati cittadini, ma anche degli enti locali impegnati a realizzare opere pubbliche. 

La norma è il risultato di un intenso lavoro svolto dalla Regione in collaborazione con i Rappresentanti degli Ordini Professionali degli Ingegneri, degli Architetti, dei Geologi della Calabria nonché di ANCE Calabria, tutti in qualità di componenti di un Tavolo Tecnico istituito dal Dipartimento Lavori Pubblici. Questo lavoro è messo in discussione dalla decisione del Consiglio dei Ministri di impugnare la legge. L’impugnativa è basata sulle osservazioni dell’Ufficio Legislativo del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti che riguardano le “varianti che non comportano modifiche strutturali significative”.

Tali osservazioni sono state accolte dalla Regione. Tuttavia l’Ufficio Legislativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri, a soli 3 giorni dalla scadenza del tempo utile per l’eventuale impugnativa della legge, ha sollevato ulteriori rilievi, sostenendo la necessità di sottoporre ad autorizzazione anche le varianti relative a elementi non strutturali e impianti. In sostanza ciò imporrebbe di sottoporre a verifica anche quegli elementi che certamente non influenzano la stabilità della struttura e non aumentano quindi il rischio per chi la occupa. Tale proposta non può essere accolta.

Comporterebbe, infatti, un abnorme appesantimento del procedimento amministrativo imponendo controlli non previsti dalle Norme Tecniche per le Costruzioni nazionali, senza alcun effetto positivo sulla sicurezza delle strutture. A titolo di esempio l’ufficio tecnico regionale, la cui competenza riguarda la sicurezza degli edifici da un punto di vista sismico, dovrebbe controllare anche gli impianti elettrici o similari, duplicando i controlli che effettuano gli uffici preposti. Altre Regioni hanno approvato leggi simili. In nessun caso è stata proposta una modifica simile a quella richiesta, oggi, alla Regione Calabria, nemmeno nel caso di regioni, come l’Abruzzo, che hanno approvato la norma dopo essere state colpite da terremoti con drammatiche conseguenze. Anche l’Abruzzo, esclude dal controllo “la progettazione degli elementi non strutturali e degli impianti, salvo le eventuali interazioni con le strutture, di cui comunque la progettazione tiene conto”.

Nonostante la Regione abbia manifestato queste problematiche al Ministro alle Infrastrutture, il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge nella seduta del 28 Novembre 2018. Aderire alle richieste ricevute avrebbe danneggiato gravemente la Regione, paralizzando di fatto l’attività edilizia, compromettendo la realizzazione di importanti infrastrutture e mettendo in grave difficoltà un settore economico, quello delle costruzioni, già sofferente. Il tutto senza niente aggiungere alla sicurezza dei cittadini. D’altro canto la legge approvata dal Consiglio Regionale della Calabria è in grado di rimuovere serie criticità nelle procedure di autorizzazione sismica, con ovvi benefici per la cittadinanza. Per tale motivo è necessario che la Regione si opponga all’impugnativa, con l’obiettivo di evitare le conseguenze nefaste che questa decisione del Consiglio dei Ministri avrebbe sui professionisti, sulle imprese e in generale sui cittadini calabresi.

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