Conte: “Reclusione da 1 a 5 anni a chi (positivo) viola l’obbligo di restare in casa e multe fino a 3.000 euro per gli spostamenti senza motivo”

La multa per chi viola le regole anti-contagio salirà da un minimo di 400 a a un massimo di 3.000 euro. Per quanto riguardo spostamenti non necessari con veicoli, «la sanzione sarà aumentata fino a un terzo ma non ci sarà il fermo amministrativo del veicolo, solo le multe». Così il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa il 24 marzo a Palazzo Chigi dopo l’approvazione del nuovo decreto con una stretta durissima (rispetto all’ammenda finora comminata di 206 euro) sugli spostamenti ingiustificati.
È prevista inoltre la «chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni» se si violano gli obblighi previsti per le attività commerciali. Nonché la possibilità per singole Regioni di adottare misure più dure di quelle nazionali se il contagio si acuisce, ma in coordinamento con il governo.

Depenalizzazione per 100mila denunciati
Ma dalle nuove sanzioni arriva anche una buona notizia per i 100mila denunciati nei giorni scorsi dalle Forze dell’ordine perché fermati in strada in violazione delle regole: la depenalizzazione di fatto decisa con il decreto legge fa cadere le accuse penali nei loro confronti, che poggiavano sull’articolo 650 del Codice che prevede la reclusione fino a 3 mesi o l’ammenda fino a 206 euro per chi viene giudicato colpevole di «inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità».

Scioperi siano ritirati
Il premier in conferenza stampa ha affrontato il tema scioperi, che in questa fase di emergenza rischiano di complicare ulteriormente la situazione del Paese, a partire da quello annunciato dei benzinai. «Confido che gli scioperi vengano ritirati, non ce lo possiamo permettere» ha detto il presidente del consiglio. «Stiamo facendo aggiustamenti coinvolgendo sindacati che a volte non sono rimasti soddisfatti. Mi auguro che non ci sia uno sciopero, il Paese non se lo può permettere. Vale anche per i carburanti, sarà assicurato il rifornimento». E ha aggiunto: «Posso garantire che la filiera alimentare sarà assolutamente garantita e che sarà assicurato anche il rifornimento del carburante»

Conte: falso che misure siano prorogate fino luglio
«Si è creata discussione sul fatto che l’emergenza sarebbe stata prorogata fino al 31 luglio 2020: nulla di vero, assolutamente no. A fine gennaio abbiamo deliberato lo stato di emergenza nazionale, un attimo dopo che
l’Oms ha decretato l’emergenza un’epidemia globale. L’emergenza
è stata dichiarata fino al 31 luglio. Non significa che le misure restrittive saranno prorogate fino al 31 luglio» ha precisato il premier. Che ha poi aggiunto: «Il 31 luglio è lo spazio dell’emergenza ma noi siamo pronti in qualsiasi momento e ci auguriamo prestissimo per allentare la morsa di queste misure restrittive e se del caso anche superarle. E anzi siamo confidenti e fiduciosi che ben prima di quella scadenza che avevamo ipoteticamente avevamo fissato all’inizio, si possa davvero tornare alle nostre abitudini di vita anche un migliore stile di vita».

Sanzioni inasprite
Sul piano economico il colpo previsto per chi aggira i limiti emergenziali alla libertà di movimento si indurisce parecchio. Ma cade la prospettiva di essere messi a processo e di vedersi macchiare la fedina penale. Su questo terreno continua a muoversi solo chi viola l’obbligo di restare in casa perché risultato positivo al tampone del Covid-19: per loro c’ è la reclusione da uno a 5 anni previsto dall’articolo 452 del Codice penale per i delitti colposi contro la salute pubblica.

Regolamentato rapporto con le Regioni
Conte ha poi parlato dei rapporti tra Stato e Regioni. E ha spiegato: «Abbiamo regolamentato anche in modo lineare i rapporti tra gli interventi del governo e le regioni, i presidenti delle regioni e province autonome che possono adottare anche misure restrittive e se nel caso più severe, ma ovviamente rimane la funzione di coordinamento del governo», perché la «competenza sulle misure restrittive è dello Stato».
Il decreto mette in fila 29 possibili misure di contenimento, dalla circolazione delle persone alla chiusura di imprese ed esercizi commerciali, dalla limitazione degli eventi agli obblighi di ridurre al minimo il personale presente negli uffici pubblici, che tocca poi ai decreti di Palazzo Chigi definire nell’applicazione.

Il decreto legge aumenta i rapporti governo-Parlamento
«Abbiamo deliberato l’adozione di un decreto legge che riordina la disciplina anche dei provvedimenti che stiamo adottando in questa fase emergenziale. Il nostro assetto non prevedeva un’emergenza di questo tipo» ha aggiunto Conte in conferenza stampa. E ha spiegato: «Con questo decreto legge abbiamo regolamentato più puntualmente e in modo più trasparente i rapporti tra l’attività del governo e del Parlamento. Prevediamo che ogni iniziativa venga trasmessa ai presidenti delle Camere e che io vada a riferire ogni 15 giorni».
Questa architettura, specifica il decreto, che potrà rimanere in piedi fino al 31 luglio ma – come precisato dal Premier in conferenza stampa – al momento la data si spiega semplicemente con la durata semestrale dello stato di emergenza partito a fine gennaio.
Il compito di far rispettare le regole è affidato ai Prefetti, che oltre alla Polizia potranno far ricorso alle Forze Armate ai cui componenti viene attribuita la qualifica di agenti di pubblica sicurezza.

fonte: Ilsole24ore

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