Sono 200 milioni le donne affette nel mondo da endometriosi, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della Sanità. 14 milioni in Europa e più di 3 milioni in Italia. Una patologia della quale soffre il 10-15% delle donne in età riproduttiva e che interessa circa il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficoltà a concepire.
Su questa patologia molto diffusa, ma ancora poco conosciuta e che limita fortemente la vita di relazione delle donne con gravi ripercussioni sulla sfera sociale e su quella lavorativa, l’Amministrazione comunale guidata dal Sindaco Franz Caruso ha inteso accendere i riflettori con una importante riflessione svoltasi nel salone di rappresentanza di Palazzo dei Bruzi ad iniziativa dell’Assessore alla salute Maria Teresa De Marco, in occasione del mese della consapevolezza sull’endometriosi. Sul tema “Qualità della vita tra dolore e infertilità” si sono confrontati non solo gli amministratori di Palazzo dei Bruzi, in primis il Sindaco Franz Caruso e l’Assessore De Marco, ma anche esperti del settore, rappresentanti delle associazioni che sull’argomento mantengono viva l’attenzione e due testimoni dirette di questo vero e proprio “calvario” chiamato endometriosi come l’Assessore al welfare del Comune Veronica Buffone e la portavoce del Sindaco, Francesca Perrelli che hanno raccontato le loro esperienze di autentica sofferenza.
I lavori sono stati moderati da Emmanuela Rovito, scrittrice ed organizzatrice di eventi sociali. Il convegno è stato aperto dall’intervento del Sindaco Franz Caruso, massimo responsabile della salute dei cittadini, che ha sottolineato come l’Amministrazione comunale, con il contributo dell’Assessore Maria Teresa De Marco, molto sensibile alle tematiche della salute, stia portando avanti una campagna di sensibilizzazione per affrontare malattie che non sono conosciute, come l’endometriosi, “una patologia – ha detto il primo cittadino – che non ha ancora una cura certa e che colpisce purtroppo tante persone e tra queste anche persone a me molto vicine che affrontano questa malattia con grande dignità e sensibilità”. E’ un’azione molto sentita quella intrapresa dall’Amministrazione comunale “perché- ha spiegato ancora Franz Caruso – sulla salute, che è un bene primario ed essenziale per tutti, l’attenzione delle istituzioni deve essere massima”. Il Sindaco ha con l’occasione ricordato l’impegno messo in campo dall’Amministrazione per dotare la città di strutture e infrastrutture che siano realmente di qualità, sottolineando anche la proficua interlocuzione con il commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera Vitaliano De Salazar, “con il quale ci si è confrontati sulle criticità presenti nel sistema e in città, convenendo su alcune azioni da intraprendere e devo dire che gli impegni assunti dal commissario sono stati prontamente mantenuti”.
L’Assessore Maria Teresa De Marco ha, subito dopo, a proposito dell’impegno del Comune nell’aprire un focus sull’endometriosi, sottolineato che “un punto fermo della nostra Amministrazione è la coerenza tra il programma presentato ai cittadini e le azioni che si stanno realizzando e si realizzeranno”. Quindi ha ricostruito l’excursus storico dell’endometriosi che fu scoperta per la prima volta nel 1860 e di cui si cominciò a parlare nel 1925. L’Assessore alla salute ha indicato nell’età compresa tra i 25 e i 35 anni quella nella quale si manifesta il picco della patologia, fermo restando che può comparire ancor prima, accompagnando la donna fino alla menopausa. “Una malattia a forte impatto sociale – ha aggiunto De Marco – che, se non opportunamente trattata, assume i connotati della cronicità e diventa ingravescente”. Ecco perché è essenziale la diagnosi precoce, “per ridurre i rischi di infertilità e contenere le conseguenze psicologiche, sociali e relazionali”. Per Maria Teresa De Marco, “l’unica prevenzione possibile è l’informazione”. Proseguire sulla strada dell’informazione è un imperativo categorico anche per il ginecologo Raffaele Misasi che ha portato alla discussione sull’endometriosi il suo contributo di competenza. Misasi ha illustrato, con dovizia di argomentazioni, l’andamento cronico della malattia, difficile da eradicare, ed il cui impatto sulla qualità della vita è molto forte. Le cure dell’endometriosi, nonostante la presentazione della proposta di legge, nel 2013, per il riconoscimento come malattia sociale, sono ancora molto costose. Per il ginecologo Misasi il trattamento “deve essere medico, mentre la chirurgia deve essere l’extrema ratio”. E annuncia, come nuova frontiera per combattere l’endometriosi, un test salivare da poco sperimentato in Francia. Il suo nome è Endotest. Ulteriori contributi alla discussione sono poi stati portati dall’ostetrica Katia Caloiero, dall’avvocato Giuseppe Giudiceandrea, dalla nutrizionista Raffaella Aceto, da Mariangela Caserta, coordinatrice regionale di “Donne per le Donne” dell’US Acli e delegata di MissionLife alle disabilità e pari opportunità e dalla sociologa Sabrina Garofalo, del Centro “Women’s Studies “Milly Villa” dell’Università della Calabria.