Su Repubblica.it bel pezzo dedicato alla città di Cosenza: tra passato e futuro

rendanoDi seguito vi proponiamo un bel pezzo che Repubblica.it ha dedicato alla città brutia.

“Trasformazione” è la parola chiave per descrivere quel che sta accadendo a Cosenza. Tra botteghe e antichi palazzi nella città dei Bruzi si sta facendo strada un’idea di futuro segnata dall’architettura e dalla volontà di fare di Cosenza un museo all’aria aperta. Un filo invisibile si dipana lungo i secoli: da quando i Bretti, nel IV secolo a.C., decisero di insediarsi sul colle Pancrazio, passando per il Risorgimento – il cui ricordo è simboleggiato dalla fucilazione dei fratelli Bandiera fucilati, a Cosenza il 25 luglio del 1844 – fino ai giorni nostri, la città sta ritrovando ora la capacità di rileggere la sua storia in chiave attuale, ecosostenibile.

Cosenza sta puntando in alto. In un sud che di certo non brilla per grazia e bellezza nelle costruzioni, sta dimostrando una straordinaria rinascita urbana e, con essa, culturale, proponendo nuovi scenari come spazi educatori di bellezza e attestandosi come possibile modello per nuove funzioni urbane capaci di inserirsi nella rete internazionale e di recuperare il ritardo storico del sud rispetto all’Europa. Tutti i musei presenti in città, fatta eccezione per il MAB e per il Museo di Archeologia Informatica, si trovano nel centro storico. Ora in città si passeggia e si fa shopping tra le sculture dei maggiori artisti del ‘900, in un salotto urbano che vuole portare Cosenza ad essere sempre più europea. Si legge nella trasformazione urbana la mano dell’ultimo sindaco, l’architetto Mario Occhiuto che ha cambiato il volto della città puntando all’Europa e ridisegnando nuovi confini. L’isola pedonale del centro storico è infatti diventata un percorso d’arte: il MAB, il Museo all’aperto Bilotti, dal nome della famiglia che ha donato alla città le opere di Dalì, Manzù, De Chirico, Greco, Consagra, Sosno, Rotella. Ed a ottobre si è aggiunta anche la ”Testa di Cariatide” di Amedeo Modigliani, un’opera in bronzo alta oltre due metri proveniente dalla collezione della figlia di Jeanne Modigliani, e donata alla città da Roberto Bilotti e dalla Fondazione Modigliani.

Dietro al Mab c’è un progetto studiato dal Comune, dal Ministero dei Beni Culturali e dalla Soprintendenza  che individua l’arte come veicolo di crescita sociale e di sviluppo economico. Mentre il MAB continua a crescere sotto gli occhi della popolazione,  l’antico castello normanno svevo sta diventando sempre più meta di studenti da tutta la regione. I lavori di restauro hanno restituito alla luce ed allo sguardo dei visitatori questo gioiello dell’anno Mille, aprendo la mondo la bellezza della sua torre quadrata, la sale del ricevimento, la cisterna Santa Barbara, la sala delle armi, la sala del trono, la torre ottagonale. Mura e stanze che raccontano il respiro dei Normanni, degli Svevi e poi degli angioini e degli aragonesi e infine, nel Settecento, le preghiere dei monaci nel seminario costruito con i ruderi del castello. Grazie ai restauri effettuati ora si ha anche la possibilità di godere, dal cammino di ronda, di una vista panoramica fino a qualche tempo fa inaccessibile.

Nell’immaginario collettivo Cosenza è legata alla leggenda di Alarico,  re dei Visigoti, che sarebbe sepolto, con il suo tesoro, alla confluenza tra i fiumi Crati e Busento. Il chiasmo tra le acque, con gli infiniti significati che porta in sé fin nei più remoti angoli del mondo, si è qui declinato per secoli in una forma di convinzione popolare che riteneva il Busento fonte di guai (per le frequenti alluvioni ma anche per l’aleggiante leggenda di Alarico) e  il Crati fonte di positività, con la chiesa di San Domenico sulla sponda sinistra e quella di San Francesco di Paola sulla sponda destra.   Fu poi l’ingegno umano a valicare entrambi i fiumi: il ponte sul Crati, in ferro, fu progettato nel 1878 (nello stesso periodo del collegamento ferroviario con la zona ionica) e pochi anni dopo, nel 1914, fu la volta del ponte sul Busento, in cemento armato (uno dei primi costruiti in Italia). Ora, a Piazza dei Bruzi, una scultura di Mimmo Paladino racconta Alarico e il Busento, con un Elmo Arcaico realizzato in bronzo, su una vasca in marmo nero colma d’acqua,  che collega passato e futuro.

Per scoprire la Cosenza rinascimentale il consiglio è di partire da un buon caffè: il Renzelli, storico ritrovo di intellettuali e borghesi dell’ ‘800 e  teatro degli accordi tra i sostenitori della “Giovine Italia” per la realizzazione della cospirazione del XV marzo 1844. Una volta rifocillati, partite alla volta di piazza XV Marzo (del 1844) che si apre in fondo al Corso Telesio. Ecco la statua della Libertà: la scolpì Giuseppe Pacchioni nel 1878, una volta recuperata la libertà (era stato condannato al carcere a vita dopo il fallimento della spedizione dei fratelli Bandiera). Si prosegue con il mausoleo in memoria della fucilazione dei fratelli Bandiera, del ‘37 (in principio il ricordo era testimoniato da una semplice colonna) e si arriva così al complesso monumentale di Sant’Agostino, dove furono detenuti i due fratelli fino al giorno della fucilazione. Le spoglie si trovano nel Duomo che è dal 2011 “Patrimonio testimone di una cultura di pace dell’Unesco”.

Ultimo frutto della rinascita urbana di Cosenza sono i BoCS-Art, nati a metà 2015 sul lungofiume Dante Alighieri:  costruzioni sostenibili, in legno lamellare, per artisti italiani e stranieri che vi abitano creando opere che saranno poi ospitate nel futuro Museo di arte contemporanea. Un luogo d’avanguardia – il progetto ha vinto il primo premio allo Smau Napoli 2015 nella sezione Communities – per portare a Cosenza talenti internazionali che “passano da qui lasciando il segno attraverso il patrimonio artistico che producono”, spiega l’architetto Mario Occhiuto che ha scelto per questo progetto il lungofiume sud con l’obiettivo di puntare al recupero del centro storico, i cui edifici privati sono in stato di abbandono da più di cinquant’anni. Gli artisti arrivano a Cosenza da tutto il mondo, 27 per volta, lavorano, interagiscono con la città, con i residenti, con gli artigiani e cosi facendo costruiscono rete.   Negli ultimi mesi si sono alternati a Cosenza, nel turn over, circa 160 artisti. Sempre più, Cosenza pulsa con cuore europeo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *