Piccola storia di panna. Quelle “tre cose” che fanno felice una bambina!

pannaCOSENZA – All’esterno del supermercato ieri mattina incontro Larissa, 6 anni rumena. In passato la incrociavo spesso e mi fermavo a chiacchierare con lei, le chiedevo come stava, le offrivo qualcosa. Non la vedevo da tempo. Mi chiede se può mostrarmi tre cose che vorrebbe le comprassi. Non parla bene in italiano, le chiedo se vuole un panino, oppure dei biscotti, mi ripete che ci sono tre cose. Le dico di aspettarmi fuori, prendo tempo per capire cosa cerca di dirmi.
Finisco la spesa, poso i sacchetti in auto: “Allora… Fammi vedere queste tre cose, rientriamo nel super… ” le dico, sperando che abbia capito. Mi segue sorridendo. E’ bellissima: occhi grandi nocciola, lentiggini sul visetto allegro, alta, capelli lunghissimi raccolti in una treccia. Le chiedo perchè non va ancora a scuola, mi risponde che dalla Romania le devono mandare dei documenti o almeno così cerca di dirmi.

Giriamo tutte le corsie e gli scaffali. Dice che non si ricorda come si chiama quello che vuole farmi vedere… Ed io: “Ma forse ti serve un pò di latte, biscotti, la pasta? Hai un fratellino piccolo… Vuoi qualcosa per lui?” Non risponde, cerca con gli occhi, sembra voglia fare in fretta, forse ha paura che mi spazientisca. Allora continuo a chiacchierare per mostrarle che non mi sta infastidendo e le chiedo come fosse stata mia figlia: “Allora oggi pomeriggio che farai di bello? Che ti piacerebbe fare con la tua mamma?” Mi viene così… E lei: “Ecco!!! Oggi è il compleanno della mia nonna, faccio torta!” “Larissa, ma vorresti una torta??? E dove la prendiamo???”… Ci siamo davanti. Lo scaffale con decori per dolci, zucchero a velo, farine e… “Tu puoi comprare quella cosa che si mette su torta?” Mi dice volteggiando una mano nell’aria e indicando il famoso pacchetto blu di Dolceneve dove spicca in rosso il numero 3 ad indicare le buste contenute. “Larissa! La panna!” le dico. “Si chiama panna, piccola”, “Siiiii” strilla sorridente. Sono tre cose… Costare tanto?”
Un’addetta scuote la testa guardando la bambina e me, poi mi dice che tante cose ci sono da comprare anzichè sprecare soldi in tre buste di panna…Sto per mandarla a quel paese sulla scia della mia ben nota impulsività, poi incrocio gli occhi di Larissa che mi guarda fissa in attesa di una risposta, sfilo il pacco di panna dallo scaffale e le metto tra le mani il piccolo regalo. Lo stringe al petto.

Alla cassa la stessa reprimenda la ricevo dalla cassiera: “Questi sono sfruttatori…Bla bla…” Vorrei stamparle un gestaccio sul muso e attaccare una filippica sul significato di accoglienza e bla bla, ma sono troppo contenta di vedere la piccola raggiante. Raggiungiamo l’uscita ridendo: “Fai una bella torta e monta bene la panna e mi raccomando a settembre a scuola!”
Saltella mentre raggiunge la mamma e continua a salutarmi con la manina.
Ieri sera la nonna di Larissa ha avuto la sua piccola festicciola e lei avrà passato il pomeriggio a preparare la torta…

Luisa Loredana Vercillo

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