Guccione: “IGP Olio di Calabria, punto di forza sul mercato internazionale. Riconoscimento anche alla storia e alle identità dei nostri territori”

consigliere comunale cosenza carlo guccioneCOSENZA – «Un punto fermo nella valorizzazione delle eccellenze calabresi. La notizia del riconoscimento del marchio IGP (Indicazione geografica protetta) “Olio di Calabria” è un grande risultato che consente alle nostre produzioni di competere ancora di più sul mercato internazionale con una certificazione importante che ne spiega la qualità e la unicità».


E’ quanto sostiene il consigliere regionale del Partito democratico, Carlo Guccione.

«Un risultato raggiunto soprattutto – commenta Carlo Guccione – grazie alla capacità, alla competenza e al lavoro svolto dal dottor Massimino Magliocchi, presidente del comitato promotore “IGP Olio di Calabria”. Una bella storia che ha visto lavorare insieme esperti nei vari settori di competenza, una sinergia virtuosa in grado di vincere una battaglia decisiva».

«Conosciamo tutti bene – precisa Carlo Guccione – le proprietà organolettiche e le specificità dell’oro verde calabrese. Ma il suo utilizzo nelle cucine dei ristoranti più prestigiosi del mondo è solo una parte della storia che rappresenta. Il disciplinare che regola le caratteristiche e delimita le zone di produzione di questo olio racconta anche la storia dei luoghi interessati. Ne testimonia la sapienza, a volte millenaria, che si è tramandata nel corso degli anni. L’ulivo, pianta cara ai greci, è, insieme alla vite, elemento simbolo della nostra identità enogastronomica. A volte diventa un vero e proprio marcatore identitario, al pari delle tradizioni dei territori dove nasce e diventa un prezioso nettare».

«Rispetto alla massificazione – spiega Carlo Guccione – delle produzioni e dei consumi, la unicità del nostro olio rappresenta una difesa per i consumatori. Troppo spesso le politiche europee hanno favorito le lobby della grande industria alimentare a tutto danno delle produzioni locali. Il riconoscimento di questo marchio è un esempio da seguire anche in altri ambiti dell’agroalimentare».

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