Giornate della memoria alla Casa della Musica: il programma completo con i titoli e gli orari della maratona cinematografica

COSENZA – Tre giornate di riflessione per non dimenticare. Sono quelle promosse dall’Amministrazione comunale per giovedì 26, venerdì 27 e sabato 28 gennaio alla Casa della Musica per sensibilizzare l’opinione pubblica e soprattutto le giovani generazioni in ricordo della Shoah, la persecuzione dei cittadini ebrei, e delle altre persecuzioni razziali, come quella subita dal popolo armeno sulla quale sarà aperta una particolare finestra.
Il programma delle iniziative, coordinato dalla delegata alla Cultura del Sindaco Mario Occhiuto, Eva Catizone, è stato messo in piedi dall’Amministrazione comunale con la collaborazione del Conservatorio di musica “Stanislao Giacomantonio” e la partecipazione del Liceo Musicale “Lucrezia Della Valle”.

Le giornate della memoria saranno ufficialmente aperte giovedì 26 gennaio, alle ore 10,00, alla Casa della Musica, dai saluti del Sindaco Mario Occhiuto, del Prefetto Gianfranco Tomao, dell’Assessore alla scuola e alla formazione della coscienza civica Matilde Lanzino Spadafora, del Direttore del Conservatorio “Stanislao Giacomantonio” Giorgio Feroleto e di Roque Pugliese, responsabile della Comunità ebraica per la Calabria.

La collaborazione tra Comune e Conservatorio e la specificità del contesto assumono un significato particolare, in quanto il nuovo corso di musiche tradizionali del “Giacomantonio” si inserisce a pieno titolo nelle iniziative pensate dal Comune per le giornate della memoria. “Nel prossimo futuro – sottolinea in una dichiarazione il Direttore del Conservatorio Giorgio Feroleto – la collaborazione tra le due istituzioni, per la promozione ed il consolidamento della cultura musicale in città, porterà sicuramente ad ottimi risultati”.

Il clou della prima giornata sarà, subito dopo i saluti istituzionali, la conversazione sul tema “La musica nella cultura yiddish” con la partecipazione di Rudi Assuntino e Marta Petrusewicz. Rudi Assuntino, cantautore, regista e autore televisivo, appartiene a quel gruppo di intellettuali ed artisti che, all’inizio degli anni sessanta diede vita, a Milano, ad una importante attività di studio e ricerca della espressività popolare, del canto sociale e della canzone popolare e politica italiana. Traduttore di Master of war di Bob Dylan (L’uomo che sa) e di Eve of destruction (L’alba della fine) di Barry Mc Guire, Assuntino ha pubblicato nel 1998, insieme a Wlodeck Goldkorn, per l’editore Sellerio, e successivamente per l’editrice polacca Znak e per la tedesca Verlag C.H.Beck, il libro “Il Guardiano. Marek Edelman racconta” che contiene le memorie del vice comandante dell’insurrezione del Ghetto di Varsavia, cardiologo, leader di Solidarnosc, difensore del popolo bosniaco e dei diritti civili, uno dei maggiori testimoni della storia del ventesimo secolo, scomparso nel 2009.

Ma la presenza a Cosenza di Rudi Assuntino è legata alla conversazione, durante la quale sarà affiancato dalla docente universitaria Marta Petrusewicz, sul tema della musica nella cultura yiddish, con particolare riferimento a Mordechaj Gebirtig, il più grande autore della canzone yiddish, al quale Assuntino ha dedicato, nel 1997, il volume “Le mie canzoni”, edito da “La Giuntina” e da cui ha tratto lo spettacolo “Tre figliole” che sarà proiettato alla Casa della Musica di Cosenza nel corso della manifestazione di apertura delle giornate della memoria e che venne presentato a Torino, Roma, Cracovia e Varsavia e registrato dal canale culturale satellitare RAISAT nel 1999. Subito dopo l’incontro con Rudi Assuntino e Marta Petrusewicz, il programma proseguirà con l’inizio delle proiezioni cinematografiche a tema. Una vera e propria maratona di film sul cinema e le persecuzioni.

Sarà il film L’isola in via degli Uccelli del regista danese Soeren Kragh Jacobsen, tra i fondatori del movimento “Dogma 95”, ad aprire ufficialmente, alle ore 12,00, la rassegna cinematografica. Il programma prevede, poi, alle ore 14,00, la proiezione de La Rosa bianca – Sophie Scholl diretto dal regista tedesco Marc Rothemund. Decisamente per bambini, ma capace anche di parlare agli adulti, il terzo titolo della rassegna: il film di animazione Galline in fuga, diretto da Peter Lord e Nick Park, della scuderia Dreamworks e che sarà proiettato alla Casa della Musica alle ore 16,00. Un successo della stagione cinematografica 2015 è il quarto titolo in programma, sempre giovedì 26 gennaio, alle ore 18,00: Il labirinto del silenzio di Giulio Ricciarelli, regista italiano, alla sua opera prima, selezionato dalla Germania per la corsa all’Oscar per il miglior film straniero. Ultima proiezione di giovedì 26 gennaio è il bellissimo e recentissimo Il figlio di Saul, film del regista ungherese László Nemes, vincitore dell’Oscar 2016 per il miglior film straniero e, nel 2015, del Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes.

La seconda giornata di proiezioni cinematografiche dedicate al ricordo della Shoah e delle altre persecuzioni razziali inizierà venerdì 27 gennaio, alle ore 9,00, con il film Jona che visse nella balena di Roberto Faenza. Alle ore 11,00, seconda proiezione con Arrivederci, ragazzi di Louis Malle, Leone d’oro a Venezia nel 1987. Dichiaratamente autobiografico, il film fa riferimento ad un fatto storico di cui il regista fu testimone durante la seconda guerra mondiale. Dalla regista ungherese Márta Mészáros arriva, invece, il film che sarà proiettato il 27 gennaio alle ore 14,00, La settima stanza, nel quale l’autrice riflette le sue personali esperienze subite sia durante il regime fascista di Horty, sia durante la rivolta d’Ungheria del 1956. Particolarmente significativa la proiezione delle ore 16,00. In programma, infatti, il documentario di Paolo Santoni, Tzigari, una storia rom. La proiezione di “Tzigari”, a cura dell’Associazione Lav Romanò, è promossa dalla Commissione Cultura di Palazzo dei Bruzi, presieduta dalla consigliera comunale Alessandra De Rosa, e sarà preceduta da un’introduzione di Fiore Manzo, attivista dell’Associazione Lav Romanò e di Enzo Abruzzese, vice presidente della stessa Associazione.

Dopo la proiezione del documentario sarà dato ampio spazio al dibattito con il pubblico. Nella rassegna cinematografica della Casa della Musica non poteva mancare un titolo come Train de vie (ore 18,00) del regista rumeno Radu Mihaileanu, autore di una spiritosissima e amara commedia, divenuta una sorta di cult del genere che mescola dramma e umorismo. A chiudere la maratona cinematografica sarà il film di Margarethe Von Trotta Rosenstrasse (ore 20,00), microstoria di un capitolo dell’Olocausto.

Altre iniziative collaterali saranno, sia il 26 che il 27 gennaio, alla Biblioteca civica, la consultazione libera di testi e documenti d’epoca riguardanti la Shoah, l’attivazione della filodiffusione su tutta l’isola pedonale di Corso Mazzini con musica della tradizione ebraica ed armena, tratta quest’ultima dal canzoniere di Charles Aznavour (ambasciatore ONU per l’Armenia, ambasciatore itinerante dell’Armenia per l’Unesco oltre ad essere eroe musicale del suo Paese di appartenenza). In occasione delle giornate della memoria l’Amministrazione comunale propone, inoltre, sabato 28 gennaio, con inizio alle ore 15,30, un’edizione speciale di “Cinque sensi di marcia”, la collaudata iniziativa promossa dall’Assessorato al turismo e marketing territoriale guidato da Rosaria Succurro, in collaborazione con l’Associazione di Promozione Turistica “Città di Cosenza” e l’Associazione “Cosenza Autentica”.

Tema dell’edizione speciale di “Cinque sensi di marcia” è “La città dei Bruzi in ricordo della Shoah”.
L’itinerario proposto condurrà i partecipanti alla scoperta dei segni materiali e immateriali che la comunità ebraica ha lasciato nella città di Cosenza. Il raduno è previsto alle 15.30 alla Confluenza dei fiumi. L’itinerario si articolerà nel centro storico, percorrendo Lungo Crati Miceli e, attraversando la “postierla”, antica porta secondaria delle mura cittadine, raggiungerà via Cafarone, il cui toponimo, secondo alcune tesi, riporterebbe alla memoria Cafarnao, antica città della Galilea, centro spirituale dell’evangelizzazione di Gesù.

Qui è prevista una sosta a Palazzo Gervasi che potrebbe, secondo ultime ipotesi, svelare nuove indicazioni riguardo alla localizzazione del quartiere ebraico e della Sinagoga. Si proseguirà alla volta di Salita Liceo raggiungendo Piazza dei Follari, luogo di memoria della straordinaria operosità della comunità ebraica che favorì la produzione e la diffusione della seta. Tappa successiva, il Monastero delle Vergini realizzato, secondo le fonti, sul sito dell’antica Sinagoga. Dopo la visita alla Chiesa, sarà percorsa via Gaetano Argento fino a raggiungere alcuni dei pannelli del museo storico all’aperto, posti nelle vicinanze della Chiesa di San Francesco d’Assisi, che mostreranno ancora una volta l’importante espansione artigianale della seta nel periodo svevo.

Attraverso via del Seggio si arriverà in Piazza Duomo per una visita in Cattedrale, riconosciuta il 12 ottobre 2011 patrimonio testimone di cultura di pace dall’UNESCO. Tutte le iniziative delle giornate della memoria a Cosenza saranno gratuite.

SCHEDE FILM RASSEGNA “IL CINEMA E LE PERSECUZIONI”

“L’isola in via degli uccelli” di Soeren Kragh Jacobsen
Tratto dal romanzo di Uri Orlev, “L’isola in via degli Uccelli” ne interpreta fedelmente le pagine, narrando la storia di Alex, ragazzo undicenne che sopravvive ai rastrellamenti dei tedeschi nel ghetto di Varsavia dedicandosi alla lettura dei libri d’avventura, soprattutto “Robinson Crusoe”. Grazie alla lezione imparata da Robinson, Alex costruisce, all’ultimo piano di un edificio in via degli Uccelli, un mondo sicuro, un’isola tutta sua, accessibile solo mediante una scala di corda. Qui si predispone ad aspettare il ritorno del padre, convinto che prima o poi lo rivedrà. Quando il genitore farà ritorno in via degli Uccelli, ritroverà Alex, molto debole, ma vivo. La ritrovata unione consente a padre e figlio di andare avanti. Oggi Alex è diventato uno scrittore.

La Rosa bianca – Sophie Scholl di Marc Rothemund
Siamo a Monaco, nel 1943. Mentre la guerra di Hitler devasta l’Europa, un gruppo di coraggiosi giovani universitari decide di ribellarsi al nazismo e alla sua disumana macchina da guerra. Nasce così la “Rosa Bianca”, un movimento di resistenza al Terzo Reich. Sophie Scholl è l’unica donna che si unisce al gruppo, una ragazza come tante, che il tempo, però, fa maturare in una combattente audace ed impegnata. Il 18 febbraio 1943, Sophie ed il fratello Hans vengono scoperti ed arrestati mentre distribuiscono volantini all’università. Nei giorni a seguire, l’interrogatorio di Sophie da parte di Mohr, ufficiale della Gestapo, si trasforma in uno strenuo duello psicologico.

Galline in fuga di Peter Lord e Nick Park
Modelli dichiarati del regista e del produttore sono i film sulla seconda guerra mondiale e sull’eroismo dei soldati alleati prigionieri dei tedeschi, come “La grande fuga” e “Stalag 17”. E 17 è il numero della baracca da dove parte la rivolta del pollaio dove le cinque simpatiche galline protagoniste sono rinchiuse. Preoccupate per la loro sorte, per salvare le “penne” escogitano un piano che li possa portare fuori dall’allevamento di pollame di Mrs.Tweedy, verso la salvezza e lontano dai soprusi.

Il labirinto del silenzio di Giulio Ricciarelli
Ambientato nel 1958, il film racconta la storia del giovane procuratore Johann Radmann che, in un momento in cui nessuno ha voglia di ricordare i tempi del regime nazionalsocialista, si imbatte in alcuni documenti che aiutano a dare il via al processo contro alcuni importanti personaggi pubblici che avevano prestato servizio ad Auschwitz. Ma gli orrori del passato e l’ostilità che avverte nei confronti del suo lavoro portano Johann vicino all’esaurimento. E’ quasi impossibile per lui trovare l’uscita da questo labirinto: tutti sembrano essere stati coinvolti o colpevoli.
Lusinghieri i giudizi espressi dalla critica all’indirizzo de “Il labirinto del silenzio”. Un film limpido, forse ingenuo come il suo protagonista, ma semplice e perciò incisivo.

Il figlio di Saul di László Nemes
Protagonista del film è Saul Ausländer , membro dei Sonderkommando di Auschwitz, i gruppi di ebrei costretti dai nazisti ad assisterli nello sterminio degli altri prigionieri. Mentre lavora in uno dei forni crematori, Saul scopre il cadavere di un ragazzo in cui crede di riconoscere suo figlio. Tenterà allora l’impossibile: salvare le spoglie e trovare un rabbino per seppellirlo. Ma per farlo dovrà voltare le spalle ai propri compagni e ai loro piani di ribellione e di fuga.

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Jona che visse nella balena di Roberto Faenza
Tratto dalle pagine autobiografiche di Jona Oberski (“Anni d’infanzia”), il film ripercorre la tragedia del lager e la follia dell’antisemitismo nazista ricostruite attraverso lo sguardo candido e innocente di un bimbo ebreo olandese, rinchiuso nel campo di Bergenbelsen nel 1942. Strappato al suo mondo di giochi per essere gettato con violenza tra i reticolati del lager, Jona impara a vivere e a guardare con lo sgomento attonito di chi è stato costretto dalla vita a diventare grande troppo in fretta.

Arrivederci, ragazzi di Louis Malle
“Arrivederci, ragazzi” racconta il romanzo di formazione dell’undicenne Julien Quentin che, insieme al fratello François, nella Parigi del 1944, occupata dai nazisti, si separa giocoforza dalla madre, a causa della guerra, per “riparare” in un collegio di gesuiti dove il rettore introduce anche tre ragazzi un po’ più grandi, uno dei quali, Jean Bonnet, timido, misterioso e molto sensibile, attira subito la curiosità di Julien, che è un po’ il leader del gruppo. Tra Julien e Jean nasce pian piano una profonda amicizia che si rafforza ancora di più quando il primo capisce che l’altro non è cattolico come lui, ma ebreo e il suo vero nome è Kippelstein.
Julien capisce che la guerra è una cosa orribile e matura moralmente, quando i ragazzi ebrei del collegio vengono portati nei campi di concentramento dopo essere stati denunciati per vendetta alla Gestapo dallo sguattero del collegio, scoperto e licenziato perché faceva mercato nero per guadagnare qualche extra.

La settima stanza di Márta Mészáros
Nel film la Mészáros racconta la storia di Edith Stein, docente di filosofia, allieva del filosofo Husserl, nata ebrea, convertita al cattolicesimo, divenuta suora carmelitana e morta in una camera a gas nazista nel 1942. La Stein venne santificata nel 1987. Una biografia pulita e ardente, diretta nei toni giusti, senza cadere nelle trappole che una storia così intensa poteva tendere. In Edith Stein Márta Mészáros vede un modello femminile di perfezione, affascinata com’è dalla sua forza di volontà nel combattere i mali della società per raggiungere la verità.

Tzigari, una storia rom di Paolo Santoni
“Tzigari” racconta l’incredibile storia di un rom italiano a cavallo delle due guerre mondiali, svelando pagine inedite della persecuzione razziale fascista e della partecipazione dei Rom alla guerra di resistenza. Nella cultura rom e sinti non esiste una memoria scritta. Poco si sa dei circa 500.000 “zingari” che furono uccisi in Europa tra il 1940 e il 1945 e delle migliaia di Rom e Sinti italiani che furono internati negli 80 campi di concentramento istituiti dal regime fascista. La testimonianza di “Tzigari” è una voce autentica che giunge diretta dall’interno del popolo rom. Costruito intorno alla sua storia, il documentario offre una prospettiva inedita ed esclusiva della Seconda Guerra Mondiale, gettando una luce nuova su alcune pagine oscure e rimosse della nostra Storia.

Train de vie di Radu Mihaileanu
Una sera del 1941 Schlomo, chiamato da tutti il matto, irrompe allarmato in un piccolo villaggio ebreo della Romania: i nazisti, fa sapere, stanno deportando tutti gli abitanti ebrei dei paesi vicini e fra poco toccherà anche a loro. Durante il consiglio dei saggi, che subito si riunisce, Schlomo tira fuori una proposta un po’ bizzarra che però alla fine viene accolta: per sfuggire ai tedeschi, tutti gli abitanti organizzeranno un falso treno di deportazione, ricoprendo tutti i ruoli necessari, gli ebrei fatti prigionieri, i macchinisti, e anche i nazisti in divisa, sia ufficiali che soldati. Così riusciranno a passare il confine, ad entrare in Ucraina, poi in Russia per arrivare infine in Palestina, a casa.

Rosenstrasse di Margarethe Von Trotta
Ruth è una signora newyorkese che ha appena perso il marito. Nei giorni di lutto comincia a riflettere sempre più sulla religione ebraica ortodossa e questo la porta a disapprovare anche il matrimonio della figlia Hannah con il sudamericano Luis. Per capire le ragioni di un cambiamento tanto radicale, Hannah si reca a Berlino dove conosce Lena Fisher, che da bambina aveva incontrato sua madre a Rosenstrasse: la strada in cui, nel 1943, centinaia di donne si riunirono per manifestare contro la deportazione dei loro mariti ebrei. Il film della von Trotta mostra un lato nascosto ma vero della Shoah. Un intreccio di destini a cavallo del tempo, storia minuscola e maiuscola raccontata con un alto senso del dovere morale e dell’informazione.

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