COSENZA – Una moneta coniata in argento 800, di 26 millimetri di diametro e 9,5 grammi di peso. Sul fronte sono riportati la numerazione, il logo del Comune e il valore (corrispondente a 20 euro).
Sul retro, invece, campeggia l’effigie di Federico II di Svevia e il corso di validità. E’ il Bruzio, il nuovo strumento di pagamento coniato dal Comune di Cosenza a sostegno delle famiglie economicamente svantaggiate e che sostituisce i tradizionali sussidi economici (buoni spesa) con i quali l’Amministrazione comunale, nel corso dell’anno e, in particolare nel periodo delle festività natalizie, va incontro alle esigenze dei non abbienti e bisognosi, residenti in città. La moneta è stata presentata ufficialmente questa mattina nel salone di rappresentanza del Comune di Cosenza in una conferenza stampa cui hanno partecipato il Sindaco Mario Occhiuto e l’Assessore ai tributi e all’innovazione Lino Di Nardo al quale si deve la proposta di lanciare per primo lo strumento di pagamento nel circuito dell’economia locale, quello alimentato dai 24 operatori commerciali che hanno aderito all’iniziativa, rispondendo ad un avviso pubblico bandito dal Comune.
“E’ un’operazione di welfare distributivo, ma anche di innovazione e di marketing culturale – ha detto il Sindaco Occhiuto in conferenza stampa. Gli operatori commerciali che hanno aderito non sono solo i supermercati, ma ci sono anche attività importanti ed essenziali come farmacie e centri diagnostici. Contiamo – ha proseguito Occhiuto – anche di implementare queste misure di welfare distributivo a sostegno delle persone svantaggiate con l’emissione di altre monete, grazie anche al risparmio che sarà realizzato in sede di rimborso che sicuramente non sarà riferito a tutte le monete emesse. C’è, infatti – ha evidenziato il Sindaco – una grande attenzione da parte di collezionisti e cittadini che intendono conservare queste monete”.
Occhiuto ha poi annunciato un importante evento, che sarà organizzato unitamente al Presidente dell’Ente nazionale per il Microcredito, Mario Baccini, che è stato nei giorni scorsi a Cosenza per partecipare ad un incontro a Palazzo dei Bruzi: la realizzazione a Cosenza della settimana europea della microimpresa culturale creativa. “Un’idea di livello internazionale – ha detto Occhiuto – e che prevede la realizzazione, all’interno del complesso monumentale di San Domenico, di incubatori culturali rivolti a soggetti che avviano imprese culturali creative, a dimostrazione del fatto che con la cultura il territorio può crescere e svilupparsi. Questa modalità di welfare creativo – ha aggiunto Occhiuto -può consentire alle persone di riscattarsi da una condizione di emarginazione sociale ed economica e promuovere nuove attività in un contesto dove esiste una strategia urbana di valorizzazione del territorio”.
Ad illustrare obiettivi e finalità della nuova moneta, nonché le sue modalità di utilizzo e di rimborso è stato l’Assessore Lino Di Nardo.
“Abbiamo voluto coniugare diversi aspetti – ha detto Di Nardo durante il suo intervento -: anzitutto il welfare, essendo i Bruzi destinati alle famiglie svantaggiate e ai meno abbienti, la cultura, con il conio sulla moneta dell’effigie di Federico II, ed anche l’economia, perché con l’emissione di circa 100 mila euro di monete, aumentiamo la massa comunale monetaria di questo importo. A tutto questo – ha proseguito Di Nardo- si aggiunge un po’ di politica e un po’ di filosofia del valore della moneta”. Alle 1211 famiglie beneficiarie,in possesso dei requisiti previsti dall’avviso pubblicato dal Comune e finalizzato alla concessione del sussidio (residenza nel Comune di Cosenza, condizione di grave disagio economico attestata dalla dichiarazione ISEE relativa ai redditi conseguiti nel 2017 fino ad un massimo di 1000 euro) saranno corrisposte (l’erogazione è in corso presso l’economato di Palazzo dei Bruzi) 4 monete a famiglia, per un valore complessivo di 80 euro. “Avremmo voluto fare di più – ha detto ancora l’Assessore Di Nardo – ma, purtroppo, le domande sono state superiori a quelle che ci attendevamo e questo non è un buon segnale per l’economia cittadina”. Con il Bruzio potranno essere acquistati, nei negozi ed aziende che aderiscono all’iniziativa e che esporranno un apposito contrassegno,beni di prima necessità e servizi primari.
Le aziende aderenti, una volta incassate le monete, potranno richiedere al Comune la trasformazione in danaro legale, al valore nominale, non prima del 1° luglio 2019 e non oltre il 31 dicembre 2019, data oltre la quale non saranno più rimborsabili.
“Il periodo di sei mesi, prima del quale non potrà essere chiesto il rimborso – ha aggiunto l’Assessore Di Nardo – ci consentirà di avere una massa monetaria in più nell’economia cosentina. Sarà questo un piccolo guadagno per il Comune perché trasliamo di sei mesi l’esborso monetario. Prima, con i buoni spesa, il 2 gennaio gli operatori commerciali si presentavano a chiedere il rimborso. Siamo sicuri che vi sarà un minore esborso da parte del Comune per la tesaurizzazione che ne deriverà”.
Di Nardo ha detto, infine, che l’iniziativa sarà programmata anche negli anni futuri con una diversa immagine : “andremo da Telesio, al Ponte di Calatrava ad Alarico”.
Ciascun Bruzio dovrà essere speso entro e non oltre il 30 novembre del 2019 e per l’intero importo, in quanto non è consentito ricevere resto in euro.
Se da un lato la nuova moneta dà vita ad una politica di sostegno alle famiglie economicamente svantaggiate, dall’altro può prefigurare anche uno scenario di sostegno all’economia locale. Al di là della logica del mero profitto (incrementare cioè le loro vendite) le imprese che aderiscono all’iniziativa possono diventare protagoniste di un patto solidale che li impegnerà a incassare o convertire il Certificato di credito Bruzio solo dopo un termine prestabilito. Le imprese che incasseranno il Bruzio potranno utilizzarlo come strumento di scambio con le altre imprese del circuito o per convertirlo alla scadenza stabilita. L’obiettivo dei certificati di credito locali è, infatti, quello di sostenere l’economia del territorio. Più si fa circolare la moneta all’interno della comunità, più la ricchezza rimane sul territorio, anziché prendere la strada di aziende che possono trovarsi anche a centinaia di chilometri di distanza.