Cosenza, rubati giocattoli ai piccoli pazienti oncologici

“Su questa pagina, da sempre, abbiamo scelto di raccontare cose belle perché siamo convinti che non ci sia cosa più Bella del Volontariato, del mettersi al servizio degli altri senza aspettarsi nulla in cambio.

Purtroppo, però, un episodio ignobile ci ha sconcertato e deluso: i nostri armadietti all’interno del forum delle associazioni, in ospedale, sono stati forzati e quello contenente i regali di Natale, destinati ai ragazzi ricoverati in Oncologia Pediatrica dell’Ospedale di Cosenza,  è stato completamente svuotato. Avevamo scelto con cura, incartato e pensato ad ogni bambino in attesa della festa di Natale di venerdì mattina…invece ci rimane solo tanta rabbia e delusione!”.

Lo scrivono sulla loro pagina di Facebook i volontari dell’Associazione per il Bambino in Ospedale (ABIO Cosenza).

“Certo è che, per niente al mondo, ci perderemmo gli occhi stupiti e i sorrisi sinceri dei bambini che venerdì incontreranno Babbo Natale in ospedale..i nostri instancabili volontari, proprio come veri folletti, hanno già provveduto a preparare tanti nuovi regali…e venerdì 20 dicembre faremo una festa di Natale strepitosa!”

“Grazie a questa brutta vicenda – fanno sapere – stiamo riscoprendo il lato Bello della nostra città e ne siamo davvero orgogliosi; abbiamo ricevuto tantissime manifestazioni di affetto e vicinanza da tutti voi che ci stanno emozionando e rendendo fieri”

“Ci teniamo a precisare che abbiamo già riacquistato tutti i regali di Natale, vista la necessità impellente per la festa di venerdi, ma chiunque volesse sostenerci può farlo nella maniera che ritiene più opportuna. Sul sito www.abiocosenza.org trovate la sezione SOSTIENI ABIO http://www.abiocosenza.org/sostieni-abio/ con tutte le informazioni necessarie!
E ricordate che la maniera più efficace per sostenerci è donare il vostro tempo diventando volontari. Quella di venerdì mattina sarà la festa di Natale più bella di sempre.”

Che dire? Se è vero che anche dal male può uscirne del bene, questa storia è servita per farci riflettere, per far conoscere l’AIBO a chi ancora non la conosceva, e soprattutto per scatenare la gara di solidarietà per i piccoli pazienti.

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