Mimmo Lucano: “Alle accuse contrappongo la mia vita”
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I giudici hanno disposto per Lucano una pena quasi doppia rispetto a quella chiesta dal pubblico ministero, che era stata di 7 anni e 11 mesi. All’incontro erano collegati, in videoconferenza, padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, ed il senatore Gregorio De Falco, entrambi vicini alle posizioni di Lucano.
“Mi accusano, tra l’altro – ha aggiunto Lucano – di abuso d’ufficio. Ma quale motivo avevo di commettere eventuali abusi se non quello di rispettare le persone ed evitare che finissero per strada e che i loro bambini venissero cacciati dalla scuola? Si parla di truffa perché avrei mantenuto oltre il tempo consentito i migranti, determinando un danno economico per lo Stato. Ma i fatti dimostrano esattamente il contrario perché il danno per lo Stato si sarebbe determinato se entro sei mesi dall’avvio avessi interrotto il progetto d’integrazione dei migranti. Ed é in quel caso che l’accoglienza non serve a nulla se non a chi la gestisce. L’appello ai giudici di secondo grado è un percorso quasi obbligato. Penso che il processo a mio carico sia stato soprattutto a livello mediatico. Ma un conto è una sentenza di condanna ed un altro è quello che avviene fuori dalle aule di giustizia”.
“Non lo so se credere nel processo d’appello. Ciò in cui credo – ha detto ancora l’ex sindaco di Riace – é il fatto che, ormai, non ho più paura di niente e di nessuno. Tanto nella vita passa tutto in fretta. Ciò che, però mi farebbe troppo male sarebbe subire una denigrazione e una delegittimazione sul piano morale per cose che non ho fatto”. (ANSA).
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