Rende, la Parrocchia di S. Maria della Consolazione festeggia HOLY WEEN

RENDE – Zucche e fantasmi? Oppure vivi e santi? Di zucche vuote non ne abbiamo bisogno quanto piuttosto di sale in zucca. Potremmo sintetizzare così l’iniziativa di Don Mario Ciardullo parroco di Santa Maria della Consolazione che, insieme alle catechiste di Arcavacata e quelle della chiesa di Gesù Misericordioso in Santo Stefano, ha organizzato un pomeriggio di festa per bambini, ragazzi e adulti, in questa Vigilia della Festa dei Santi. La festa si è svolta presso la Sala Ricevimenti “L’ Olimpo”, i cui titolari, Ruggero e Paolo Runco, con generosità hanno messo la struttura a disposizione della comunità.

All’inizio è stato così: Halloween era legata alla festa di Ognissanti, in quanto deriva da “All Hallow’s Eve”, che in inglese antico significava proprio la vigilia di Ognissanti. Questa festa fu contaminata poi dalla festa celtica con uno stuolo di personaggi della notte, prendendo sempre più piede nella nostra cultura e diventando un “appuntamento fisso”. Con il male però non si scherza, la morte non è un gioco. La Speranza esiste e ha il volto di Gesù.  Il brutto, il deforme, il buio, il macabro, l’occulto, i diavoli, i mostri, le streghe non portano alcuna gioia e speranza. E’ la festa di Holy- ween, che si contrappone ad Halloween.

Basta allora tenebre e magia, fantasmi e zombi! Il Parroco e le catechiste hanno proposto ai bambini di scegliere un Santo e cercare di imitarlo nell’abbigliamento, nei segni che lo caratterizzano con fantasia e originalità; qualcuno ha scelto il Santo di cui porta il nome, qualche altro un Santo caro alla sua famiglia o alla sua Parrocchia. Fitto il programma pomeridiano: l’accoglienza con i Bans amati dai piccoli, tra le chitarre anche don Mario che con energia tiene il ritmo. E’ seguito poi un momento di riflessione e catechesi.

Poteva finire così? Certo che no! Tutti in pista a ballare con i balli di gruppo e le hit più gettonate del momento: mamme, papà, nonni e naturalmente bambini e ragazzi scatenati.  E anziché “dolcetto o scherzetto?”, che dall’inglese significa “dispetto”, tutti poi sudati e felici a mangiare le leccornie preparate dalle mamme. Vola via un pomeriggio davvero alternativo culminato con la sfilata delle santità; nei “panni” dei Santi si sono ricordati volti e storie di solidarietà, di fede, di cambiamento. San Giuseppe, San Francesco di Paola, Santa Scolastica e Santa Sara, Santa Lucia e San Pietro, Sant’Antonio da Padova…Poi angeli di tutti i tipi… La giuria presieduta dal Parroco ha assegnato il premio di “Santo più bello” a Francesco nei panni del poverello di Assisi, a Giovanna Giordano nei panni di Giovanna D’Arco è andato il premio per “ il più originale”, quello del “più divertente” a Sara, nei panni di Santa Sara con il suo cestino di pane.

Il “Santo” più bello, il più originale e il più divertente hanno ricevuto da indossare una fascia ricordo: il nostro mondo è pieno di Santi e pochi se ne accorgono, non sono fantasmi che si aggirano nella città, come vorrebbe la tradizionale festa pagana, ma persone vere, che sono in mezzo a noi, che si impegnano e vivono con decisione e concretezza la propria vita cristiana. Non fanno miracoli, o cose eroiche ma piccoli gesti quotidiani, sono persone che lasciano il segno, sono Santi! Un messaggio quanto mai attuale e quanto mai importante anche per le nuove generazioni che hanno bisogno di esempi positivi: “siamo come nani sulle spalle di giganti, i Santi, così che possiamo vedere più cose di loro e più lontane, non certo per l’altezza del nostro corpo, ma perché siamo sollevati e portati in alto dalla loro statura”.

Al termine della festa ai bambini e ragazzi è stata distribuita una piccola luce, da accendere nella notte fra il 31 ottobre e 1 novembre, in ricordo dei propri cari defunti ma anche da riportare come in una “Via Lucis” ai piedi dell’altare: una Festa della Luce che è Gesù, e che aspetta tutti nella Chiesa di Gesù Misericordioso alle 21.30 per l’Adorazione Eucaristica guidata da don Mario Ciardullo.

Pomeriggio dunque di festa, di gioia e di balli perché come scriveva una delle mistiche più grandi del XX secolo, Madeleine Delbrêl:

“se ci sono molti santi che non amano danzare,

ce ne sono molti altri che hanno avuto bisogno di danzare,

tanto erano felici di vivere:

Santa Teresa con le sue nacchere,

San Giovanni della Croce con un Bambino Gesù tra le braccia,

e san Francesco, davanti al Papa …”

Quando si cammina con il Signore con la gioia nel cuore, non si può resistere a questo bisogno di danzare che irrompe nel mondo.

Luisa Loredana Vercillo

 

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