Domenica 27 marzo, si è tenuta a Paola presso Largo Sette Fontane la solenne concelebrazione Eucaristica nella Pasqua del Signore, presieduta da monsignor Francesco Nolè, Arcivescovo di Cosenza – Bisignano, nell’occasione del sesto centenario della nascita di San Francesco di Paola, Patrono della Calabria.
Presente insieme ai suoi confratelli anche monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, Arcivescovo di Reggio Calabria. Durante l’omelia il Vescovo Nolè ricorda a tutti i presenti che questa domenica è speciale “perché si stanno vivendo due momenti particolari: la resurrezione di Gesù, cioè la Pasqua, e la nascita di San Francesco di Paola. Sono Passati seicento anni, ma la devozione verso questo Santo è talmente grande che si ha l’impressione di parlare di una persona di famiglia. San Francesco è solo di Paola, questo fa onore ai cittadini, però ancora più bello è vivere la sua spiritualità, i suoi insegnamenti e la sua testimonianza dappertutto” – dice il Vescovo. Largo Sette Fontane è piena, nonostante il tempo a tratti piovoso, per onorare San Francesco. La celebrazione è stata animata dai seminaristi del Redemptoris Custos di Rende.
“Nel Vangelo – riprende il presule – si parla dei discepoli che da Gerusalemme vanno verso Emmaus. Sono tristi e avviliti perché hanno perso il loro maestro. Può capitare di ascoltarlo, celebrarlo ma non riconoscerlo. I discepoli lo hanno riconosciuto dallo spezzare il pane e si sono nutriti di lui. Sono entrati in comunione con Gesù”. Dice mons. Nolè: “si può avere la comunione eucaristica almeno la domenica, ma c’è anche la comunione della vita, cioè sempre. Egli ha preso la nostra natura umana e si è fatto piccolo, poi ha voluto diventare ancora più piccolo e si è fatto pezzo di pane”. Per questo – chiosa l’Arcivescovo – “bisogna avere il coraggio dei discepoli, andare e annunciare che Cristo è risorto, diventare missionari”. Qui sta l’attualità della figura di San Francesco di Paola. “San Francesco ha vissuto la fede prima in famiglia. In una famiglia cristiana, si vive Dio, ed è lui che dà significato ed efficacia a tutto. Ecco perché Francesco ha visto orizzonti immensi e grandiosi. Anelava ad entrare in comunione con il Signore, ecco perché la vita austera, il voler ritirarsi in una grotta come eremita”.
All’inizio della celebrazione aveva portato il saluto anche padre Gregorio Colatorti, correttore provinciale dei Minimi. “L’ordine religioso che ha formato parla di povertà, penitenza e carità: i Minimi sono frutto di grande amore verso Dio e la Chiesa”.
Dopo la celebrazione, la giornata è proseguita con la processione verso la Casa natale di San Francesco dove monsignor Nolè ha acceso un cero in onore del Santo.
In occasione del sesto centenario di San Francesco è stata realizzata anche una cartolina commemorativa e stampato un annullo filatelico.
(da Parola di Vita)