Danielle Conti e le sue “Costellazioni familiari”: come imparare a sentire il cuore

costCOSENZA – Il 26 aprile 2015 si è tenuto a Cosenza, presso il Centro Didattico (Complesso Molino), il seminario di “Costellazioni Familiari”.
La parte organizzativa dell’evento, è stata curata sapientemente e con alacrità certosina, da Ida Guarnieri e dalla Dott.ssa Gemma Perri. A condurre l’evento, la Dott.ssa e studiosa francese Danielle Conti, specialista nel campo della biopsicogenealogia nonchè allieva di M.Sophie e Bert Hellinger, ideatore e studioso del  metodo “Costellazioni Familiari”. Ma cosa sono le Costellazioni Familiari di Bert Hellinger e come si può contestualizzare il ruolo che Danielle Conti svolge all’interno di questa dimensione?
Intanto, per quanto concerne il suo ideatore, teutonico di origine nato a Leimeer/Baden il 16 dicembre 1925, possiamo dire che durante la sua vita si dedicò allo studio della psicologia, pedagogia e teologia; quest’ultima, fino al punto da abbracciare il sacerdozio. L’interesse per la psicanalisi, lo porterà più tardi ad abbandonare il suo percorso religioso ed a trasferirsi in Africa Meridionale presso gli zulu al fine di osservare “de visu ed in loco”, la vita e gli insegnamenti di queste popolazioni primitive; persuaso com’era dalla convinzione che presso di essi risieda la vera vita e la vera saggezza.

Bert Hellinger afferma che: “il valore di una buona domanda è grande”. Partendo da quest’assioma, si chiede: chi è più importante l’uomo o i suoi ideali? E chi sacrifichereste per l’altro?
Questa domanda, innesca in lui un grande travaglio, che come sopramenzionato, cambierà le sorti della sua vita.
A partire dal 1980, Bert Hellinger getta le basi delle sue linee teoretiche e metologiche in “Costellazioni Familiari”.
Egli sostiene che la vita di ognuno di noi è condizionata da “destini” e “sentimenti” che non sono propri e personali: malattie, morte, problemi affettivi e familiari, problematiche legate al lavoro, scaturiscono da “grovigli” del sistema familiare che è possibile far emergere analizzando i meccanismi di interdipendenza dinamica inconsci.

Le “Costellazioni Familiari” o Scienze delle Relazioni, sono seminari dinamici il cui lavoro si svolge in gruppo
ed è orientato a soluzionare, dopo averle focalizzate, le eventuali problematiche dei partecipanti fino a guidare gli stessi sino al raggiungimento dei propri obiettivi; una dimensione collettiva dove si genera un’alchimia trasformatrice ed evolutiva.
Non è un convegno nè una conferenza accademica, bensì uno spazio dove tutti possono divenire protagonisti esponendo un quesito che sta loro a cuore. Le Costellazioni sono un metodo per imparare a “sentire” con il cuore, rilassare la mente in un’atmosfera tranquilla che si muove nel “non verbale” e che attraverso il “movimento dell’amore”, tende a riequilibrare le disarmonie dei sistemi relazionali.
Esse, pertanto, si sono dimostrate efficaci nella terapia familiare di gruppo, di coppia, nella terapia individuale,nelle scuole, negli ospedali e nelle aziende.

Come per il filosofo Martin Heidegger, la base del lavoro risiede nel “vedere ciò che è”, in combinazione con una lealtà e fiducia rinnovate e ritrovate nella propria anima che corrobora la responsabilità e coadiuva a dirigersi verso i propri ” centri di forza”.
Si guarda alle difficoltà per dinamizzarle partendo dal blocco esistente nel proprio “campo morfogenetico” e ciò rappresenta  il primo importante step. Secondo la fisica quantistica, infatti, noi non siamo materia, ma onde elettromagnetiche (luce),  dunque, vasi comunicanti in simbiosi ed in risonanza con il tutto cosmico ed intrinsecamente spinti alla collettivizzazione e non entità separate. Danielle Conti, dopo aver osservato e studiato per oltre 20 anni il lavoro di vari “costellatori”  ed essendosi attivamente formata dietro gli insegnamenti di B. Hellinger, sente crescere in lei l’aspirazione all’essenziale che la guida presso grandi uomini in Oriente ed in Occidente alla scoperta e alla comprensione della biologia somatica e della psicogenealogia: la biopsicogenealogia.

Tra i principali elementi teoretici e pratici delle “Costellazioni familiari” si distinguono i costrutti riguardanti i vari “ordini gerarchici”: l'”Ordine dell’Amore”, l”Amore cieco”, il “Movimento interrotto”, l”Irretimento”, la legge dell’equilibrio di esclusione”, la legge dell”Ordine Sacro” e la “legge di appartenenza”.

Bert Hellinger ci tramanda questo messaggio spirituale e dice: “dov’è amore più grande di ciò che ci tiene in vita?”. Con ciò affermando ci esorta a guardare agli “Ordini” più grandi intesi come forze primordiali e più grandi di noi che ci hanno generato poichè la nostra parte analitica guarda al passato, ma seguendo dinamiche che non ci consentono di restare “centrati” e di risolvere i problemi.

Il nucleo centrale di questi lavori di gruppo è individuare le emozioni primarie (causa), che hanno generato le emozioni secondarie (effetto) per andare verso quell’emozione da cui il problema è scaturito riconoscendo le gerarchie di cui sopra.
Attraverso, dunque, una sorta di “messa in scena” da parte dei partecipanti al gruppo ed in maniera istintuale e non intenzionale, si ricreano le interdipendenze esistenti tra i membri di una famiglia; per cui, le dinamiche che hanno causato sofferenza e disarmonie, vengono portate alla luce e soluzionate. Il leit motiv di tutto il percorso è una celebre frase di JUNG: “Ciò che non viene alla coscienza torna sotto forma di destino”. Egli, infatti, sosteneva che vi fosse una sincronicità degli eventi nella vita di ognuno e che certi accadimenti, si ripetono come forma di espiazione, procedendo poi per adattamento e per sopravvivenza; e restando fedeli a schemi condizionanti che ci autolimitano e non ci permettono di andare verso il nostro potenziale.
Danielle Conti, parimenti, in una breve nota introduttiva nell’incipit dei seminari , avvalora questa tesi dicendo: “bisogna tornare alle relazioni pure e prendere coscienza che siamo in simbiosi con il tutto”. In conclusione, abituandoci a guardare al di là del bene e del male, individuando ed integrando le situazioni traumatiche, ci renderemo conto di proiettarci verso un cambiamento ed un miglioramento. Bert Hellinger a tal proposito dice: “il pensiero crea ciò che osserva”. Dunque, mollando le proprie strategie ed abbandonandosi con fiducia, si sarà in grado di uscire da ruoli e schemi ed a riunire quelle parti separate; comprendendo che la felicità è “hic et nunc”, qui e ora a portata di mano, di chiunque voglia coglierla e la risposta ai problemi sta nell’accogliere ciò che capita perchè quella è la nostra storia.

Francesca Aquino

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