COSENZA – E’ assolutamente indispensabile fare rete. Da soli non si va più da nessuna parte. Possiamo riconoscere un primo merito al Forum sul turismo Città di Cosenza, organizzato dall’assessorato di Rosaria Succurro, che in due giornate al Castello Svevo ha messo insieme tutti gli attori dell’offerta turistica: è emersa, e senza troppi giri di parole, la consapevolezza che il turismo richiede sinergia tra territori o, se si preferisce, rete.
Questa presa d’atto si è consumata nel corso dell’incontro che ha aperto la seconda giornata dei lavori, e che ha visto insieme tanti sindaci, a partire da quello della città capoluogo, della provincia di Cosenza. Il tema era quello dell’offerta turistica integrata; tra gli interlocutori – che nel prof. Tullio Romita, docente di sociologia del territorio all’UniCal, hanno avuto in via eccezionale una guida esperta e competente – il presidente del Parco del Pollino Domenico Pappaterra, l’avv. Vincenzo Filippelli, delegato per il Parco della Sila, Mauro D’Acri, consigliere regionale con delega all’agricoltura. Il prof. Romita ha fissato due punti fondamentali per parlare di turismo oggi: il ruolo della comunità ospitante e la qualità ambientale. Con i due parchi della provincia di Cosenza, i territori sono senz’altro protagonisti dell’offerta strategica. “In Calabria – afferma Pappaterra – la rete dei parchi è una realtà, seppure non sia stato facile parlare di parchi, erroneamente considerati un peso e non una risorsa. Abbiamo dimostrato che non è così, accompagnando l’offerta turistica, prima associata solo al mare, col grande potenziale che abbiamo nell’entroterra”. Difficoltà condivisa dal funzionario del Parco della Sila, che ambisce a diventare patrimonio dell’Unesco, “il Parco – afferma – è una reale possibilità di sviluppo e momento di crescita per tutte le aziende che hanno ben compreso come la competizione tra operatori non paghi ma è più opportuno mettersi in rete”. Al consigliere regionale Mauro D’Acri, il compito di riaffermare “il ruolo della Regione nel favorire le condizioni per lo sviluppo ascoltando i territori” e – come giustamente sottolinea il prof. Romita – quello di creare “un modello di riferimento, senza il quale non ci può essere processo turistico”.
Ed eccoli i territori: dall’Amministrazione di Rende a quella di Montalto, da Acri a San Giovanni in Fiore, e ancora Paola, Cassano e Castrovillari; si parla dello sforzo dei singoli Comuni di essere attrattivi, ma non si risparmiano le dolenti note: inadeguatezza della rete infrastrutturale, risorse poche e a pioggia, necessità di fare massa critica. Un aspetto quest’ultimo che per il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto è nello spirito del tavolo tecnico permanente sul turismo la cui formalizzazione sarà tra gli esiti di questo Forum.
La discussione si conclude con i contributi di manager ed esperti di marketing turistico che sono un prezioso corollario. È il catalano Josep Ejarque, tra i migliori in Europa quale Destination manager, cioè colui al quale viene affidata la gestione e la promozione turistica di una città. “Poca filosofia e tanta concretezza – è il suo approccio immediato – il turista è un portatore di economia sul territorio”. “Il turista di oggi – è l’analisi di Ejarque – non cerca fiere e volantini, quando arriva in Calabria ha già visto tutto su internet, cerca l’immediatezza, che gli sia reso facile conoscerci”. Il turismo di cui parla il manager è quello esperienziale e “Cosenza – dice – deve passare dall’offerta di risorse alla offerta di ‘Esperienza Cosenza’”. Le risorse dunque vanno trasformate in prodotti turistici sapendo – aggiunge – che “i turisti sono coloro che fanno la reputazione della destinazione. Quindi, quando vogliamo promuovere un territorio togliamoci i nostri occhiali e indossiamo quelli del turista”. Sergio Cagol, esperto di strategia digitale, ne esplora le opportunità affermando che “con i social non siamo più i soli protagonisti della comunicazione. Bisogna intercettare la storia della Calabria raccontata dai turisti”. Ritorna al concetto ed al ruolo della comunità l’archeologo Emmanuele Curti, impegnato nel percorso di Matera 2019. Parla dei turisti come “cittadini temporanei” e di un percorso partecipato che coinvolga la città, lasciando un messaggio legato alla residenza artistica dei BoCS Art che ha visitato, “è una realtà che attiva processi forti – commenta – che bisognerebbe aprire anche ad altre espressioni del territorio”, un po’ come la ‘sua’ Open design school che applica giovani designer ad antichi mestieri. Chiude, anticipando per tematica la sessione successiva dedicata alle imprese culturali, il cosentino Sergio Stumpo. economista del turismo ed esperto di pianificazione territoriale, che ha curato progetti in tutto il mondo, fa appello ad “un humus imprenditoriale che manca”, rimarcando il concetto di chi l’ha preceduto, che “tutto ciò che è turisticamente rilevante deve essere traducibile in euro”. Sarà una visione poco romantica ma, si sa, il turismo resta una dei settori economici del nostro Paese.