Dall’11 marzo al Castello Svevo la mostra di Adriano Fida

COSENZA – Da sabato 11 marzo Adriano Fida torna nella regione che ne ha dato i natali con la personale Mesma, una mostra che segue il percorso dell’artista dalle origini sino agli ultimi lavori del 2016.
Le opere, esposte nella Sala delle Armi del Castello Svevo di Cosenza fino al 2 aprile, raccontano l’antologia di Fida e la propria evoluzione pittorica (dal ciclo delle Nature morte al quello mitologico) sviluppatasi sotto l’infuenza storico-culturale della terra natìa, le cui radici risiedono nell’antica Mesma, città magnogreca del VI secolo a.C. sulle cui rovine nasce Rosarno.
Fida, tra gli artisti figurativi più apprezati nel panorama nazionale, ripercorre tecnicamente la strada tracciata dagli atichi Maestri – dai Fiamminghi ai Caravaggisti -, un recupero del passato in chiave contemporanea che è insito nel principio dell’arte, quell’arte del “saper fare” che si evidenzia sin dal concepimento dell’opera: dal trattamento della tela all’impasto dei pigmenti, dalle velature a quel bagliore di luce generato dall’uso magistrale del colore.
Tra le opere in mostra, anche l’ultimo lavoro dedicato a San Francesco di Paola, per la prima volta esposto al pubblico. La tela, che rievoca la decapitazione di Nicolò Picardi, sarà parte integrante di un grande progetto artistico itinerante dedicato al Santo.

Vernissage sabato 11 marzo
ore 18.30
Interverranno
Ferdinando Creta critico d’arte
Francesca Miceli Picardi ultima discendente fam. Miceli Picardi
Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona curatore mostra su San Francesco di Paola

“Il dipinto di Adriano Fida si caratterizza, oltre che per la pregiata esecuzione, anche per la ricerca del territorio: episodi storici di grande significato civico e storico sono spesso dimenticati, indebolendo la nostra identità.
Nello specifico, si tratta di una tela monumentale, che celebra il martirio di Nicolò Picardi.
Nel ‘400 l’Italia meridionale fu invasa dai turchi attraverso le Puglie (dominio protratto fino al ‘600 e risolto con l’assedio di Vienna promosso da Papa Innocenzo XI Odescalchi ), i cavalieri si giunsero a Otranto per respingerli (Battaglia di Otranto); Nicolò Picardi, preso prigioniero, fu decapitato e martirizzato per non abiurare alla fede.
La tela rappresenta la profezia di San Francesco di Paola al fratello Giovanni Picardi, il quale, prevedendone il martirio, esclama: «Vai dal generale duca di Calabria Alfonso d’Aragona e fatti dare le armi di tuo fratello».
L’opera di Fida, nella rappresentazione di un così importante evento, si fa portavoce di un riscatto storico nei confronti della Calabria”. (Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona)

«Le profonde radici classiche dell’artista sono alimentate e rivitalizzate dall’anelito di un vento lontano e proveniente dalle più lontane culture e civiltà passate giunte fino a noi; dando corpo cromatico a forme visive tanto reali e concrete sia pur nella loro essenza metafisica e surreale.
L’Idea, è più reale della realtà stessa in quanto esprime con forza il principio di ogni sua proiezione nell’esistente. Sia quando dipinge “nature morte” o “ritratti”, la luce che illumina ed esalta la meraviglia delle sue opere, sembra originare da un tempo infinito e distante, ma sempre vibrante e sollecita a sublimarne pienamente tutta la loro essenza». (Wang Duanting, professore della National Academy of Arts)

«Se il mondo che abitiamo ha ispirato l’arte di ogni epoca, Adriano Fida, dipingendo i suoi sogni, compie la sua poetica, e lo fa in modo nuovo. Le sue esplorazioni, rigorosamente calcolate e misurate, lo fanno avventurare nei luoghi – vicini e lontani – della memoria. Le sue pennellate sono delle vere e proprie performance di lunga durata in situazioni naturali, isolate e incantate, in cui egli interviene modificando precariamente l’assetto originario del supporto. Il disordine naturale viene da lui trasformato in ordine artificiale. E’ così che le linee, i tratti del suo disegno diventano immagini di apparente semplicità formale ma di straordinaria e complessa valenza simbolica».
(Ferdiando Creta, critico d’arte)

«La luce che irradia nei suoi dipinti esaltando il minimo dettaglio di corpi e cose tra loro, è bagliore che accende per un istante il nostro tempo alla ricerca lucida ed accurata dei suoi frammenti sopravvissuti. La pratica dell’Arte è nel principio recupero di un sapere che passa attraverso il “saper fare”, prima ancora del generare la minima azione estetica. La materia cromatica trattiene in sé il mistero del suo infinito potenziale espressivo. Prepara i colori nel pestello secondo la tradizione dei maestri del passato, unendosi idealmente ai suoi predecessori e al loro
insegnamento». (Luca Misiano, critico d’arte)

«Adriano Fida nella felice “operazione dì mano” (l’espressione risale al ‘300 e appartiene al Cennini, come l’altra oggi super-citata: “II fare precede l’imitare”), mostra una capacità disegnativa di grande spessore, come è stato più volte rilevato dalla critica, in quanto dominata dal principio di ragione e dal rigore limitare del segno, che conferisce alle opere un equilibrio rispetto al predominio di una delle manifestazioni legate ai contrari. […] Nonostante il suo rigoroso principio selettivo, basato sulla priorità della logica razionale, lascia trasparire sotto traccia della
pittura, e anche in termini extra-pittorici, alcune allusioni ai turbamenti che l’uomo interiore di solito è portato a trattenere in sé e che l’artista dedito alle forme classiche non li ostenta sulla tela». (Luigi Tallarico, critico d’arte)

BIOGRAFIA
Adriano Fida è nato a Reggio Calabria nel ’78 e da diversi anni risiede e opera a Roma. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria – in cui ha maturato la personale ricerca artistica nata attraverso lo studi dei grandi maestri del passato -, Fida ha affinato a Torino la sua cifra stilistica con la tecnica dell’affresco sotto la guida del maestro Silvano Gilardi (Abacuc) e, dopo vari approfondimenti sulla materia, giovanissimo, è stato scelto per la
realizzazione del nuovo affresco all’interno del Macam di Maglione (Torino).
Conclusa la proficua esperienza piemontese, ha iniziato un ciclo di esposizoni in numerose galleria nazionali e per sei anni è stato curato dalla Collezionando Gallery di Roma, le cui collezioni e stime sono riconosciute a livello internazionale.
Dal 2009 al 2014 ha esposto con personali a Roma, presso la Galleria l’Agostiniana di Piazza del Popolo (IN-DIPENDENZE, vedere è sentire) e al Macro Testaccio (Mutazioni) e a Villa Zerbi a Taurianova (Exhibition of paintings) e in collettive: a Milano (Affordable Art Fair), presso il Castello Maschio Angioino di Napoli (Disegnare il ‘700, tra Napoli e Parigi), a Palazzo Medici Riccardi di Firenze (Contemporanea).
Nel 2015 ha ottenuto il primo premio sezione pittura nell’ambito di Expo Milano 2015 (Expo Arte Italiana) a cura di Vittorio Sgarbi presso Villa Bagatti Valsecchi ed è stato tra gli ospiti della Biennale Internazionale della Calabria (La ruota della memoria) presso Palazzo Faletti e Palazzo De Mojà a Siderno (RC). Nel 2016 ha esposto a Venezia con la personale Mythomorphosis negli spazi di Palazzo Flangini. Nello stesso anno ha realizzato l’olio Annuncio del martirio di Nicolò Picardi che farà parte del ciclo di opere su San Francesco di Paola per una mostra itinerante a cura di Roberto Bilotti (2017).
Nel 2017 è stato finalista all’International Arc Salon, concorso d’arte contemporanea tra i più prestigiosi degli Stati Uniti, con l’opera Sirena in Burlesque.
Tele a olio, pale d’altare e affreschi sono esposte a Villa Bagatti Valsecchi (Varedo), al Macam di Maglione (Torino), presso la Chiesa Maria SS.Addolorata di Rosarno, all’Accademia delle Belle Arti di Reggio Calabria, presso la chiesa di San Biagio a Scido e a Palazzo Contestabile di Taurianova.

«Mesma (oggi Mesima) non è solo il nome antico del fiume da cui deriva la mia città natìa Medma, ma è molto di più. È un liquido di sapere che si irradia tramite le sue ramificazioni nel mare il cui limite si perde nella linea d’orizzonte, quel mare che ha dato il benvenuto a civiltà più evolute, rendendo l’uomo autoctono colto e civilizzato. Lo stesso flusso delle acque del Mesma fluisce dentro me, riempie le mie vene e nel suo scorrere e pulsare si rinnova costantemente. Liquido è anche il colore che, nel riportarlo tramite la prima pennellata, genera un punto sulla tela bianca che si fluidifica e si stende su di essa creando altri mondi, nuove visioni, rinnovandosi costantemente come
lo fa il Mesma. Penso a quel punto come principio del creato, rimuovo l’immagine canonica di Dio, quella che l’uomo stesso ha concepito e figurato come un anziano saggio. La sua forma diventa un punto nello spazio, un punto come può essere quello di una cellula o di un atomo che produce vita e che esiste dentro ogni corpo, o quel punto di colore iniziale sulla tela bianca dove si percepisce Dio nell’umana concezione della creazione nei riguardi di ogni essere, forma o gesto. Questa è la mia sensazione al cospetto di ogni entità ed è questo ciò che dipingo». Adriano Fida

CASTELLO SVEVO, COSENZA
11 marzo – 2 aprile 2017
Vernissage sabato 11 marzo
ore 18.30
Giorni e orari mostra
Da martedì a sabato: 9.30-18.00
Domenica e festivi: 10.00-18.00
Chiusura settimanale: lunedì
Castello Svevo
www.castellocosenza.it
via del Castello, Cosenza

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