Teatro Morelli: la quarta edizione di Teatrabile omaggia Vincenzo Ziccarelli

teatro_morelliCOSENZA – La quarta edizione di Teatrabile – rassegna provinciale del teatro impegnato nel disagio – rende omaggio a Vincenzo Ziccarelli.
Lo fa in occasione della giornata di venerdì 15 maggio (ore 18), nel corso della quale, al teatro Morelli, si presenta il risultato di un altro anno di lavoro, a cura dell’Associazione di volontariato Itinerari Sperimentali, in felice sodalizio con la residenza teatrale More.
L’iniziativa è sostenuta dal CSV – Centro servizi per il volontariato della provincia di Cosenza, dall’A.F.D. di Castrovillari e dalla Cooperativa “La Ghironda”.
Il programma dell’omaggio prevede, dopo l’introduzione di Dario De Luca e Anna Maria Di Rosa, la rappresentazione di scene da “Il Piccolo Principe” di A. Saint-Exupery , a cura di A.F.D. di Castrovillari, con la regia dello stesso Dario De Luca.
A seguire, l’intervista a Serafina Donato, Marcella Infusino, responsabile cooperativa C.D. La Ghironda, e Ferruccio Stumpo; il Reading “Accidenti che vita” a cura di volontari e utenti di ITINERARI SPERIMENTALI; intermezzo musicale con Dario De Luca e Paolo Chiaia. A cura del C.D. La Ghironda, “Vincenzo Ziccarelli: Profeta del corpo e dell’anima” a cura del C.D. La Ghironda; introduzione di Carlo Fanelli sul teatro di Ziccarelli e, infine, performances a cura di Jerry Mussaro, Giovanni Turco, Toman Silani e Dario De Luca.

VINCENZO ZICCARELLI
L’UOMO, IL NARRATORE-DRAMMATURGO, IL POLITICO
L’omaggio di alcuni operatori psichiatrici, volontari e utenti
con qualche nota sulle facili dimenticanze dei calabresi

Vincenzo Ziccarelli è nato e vissuto in Calabria. Fu scrittore-drammaturgo dalla vena ironica incisiva, sotto cui si nasconde una satira intelligente e pungente nei confronti di questo mondo ingiusto colmo di personaggi tronfi e prepotenti. Nello stesso tempo un pensiero dolente sulla esistenza umana, una sensibilità non comune come traspare dalle interviste e dialoghi del libro di Serafina Donato, come lo ricordano le persone che l’hanno conosciuto, che gli sono state vicine. Politico impegnato nelle fila del Partito Socialista ha anche rappresentato le istituzioni come Presidente della Provincia di Cosenza e come Direttore del primo Teatro Stabile di Calabria. Questo ruolo non gli ha impedito di muovere critiche profonde verso il sistema, di fare un’analisi lucida sulla natura, aspetti contradditori crudeli del potere (la prevaricazione dell’uomo sull’uomo in qualsiasi epoca storica), tematica svolta con accenti lirici nel suo capolavoro Francesco e il re. Non c’è nessuna possibilità di incontro e dialogo tra chi per ruolo deve obbedire alle regole e logica del potere e chi vuole andare incontro ai desideri degli uomini comuni, degli sconfitti ed emarginati. Eppure chi l’ha conosciuto sa che nonostante questa lucida analisi nelle sue azioni quotidiane di uomo e politico non ha mai smesso di tentare una comunicazione tra queste due diverse dimensioni dell’umano: le necessità del potere ed il desiderio, l’atroce realtà di re Luigi di Francia ed il sogno luminoso di frate Francesco da Paola. La strenua difesa degli umili, dei poveri, l’ha portato a combattere con tutti i mezzi, compresa la denuncia, gli amministratori dell’Ospedale Psichiatrico di Nocera Inferiore, ove erano rinchiusi, prima del varo della Legge 180, i cittadini della provincia di Cosenza, più sfortunati di tutti: gli ammalati di mente.
I cosentini, vittime di questa prigione dello spirito, venivano internati a Nocera Inferiore, in un ospedale gestito da un consorzio di Province, dalla Campania alla Calabria al Molise, con migliaia di degenti (…) Come primo atto dopo la mia nomina, insieme al vicepresidente Mario Alessio e con l’assessore Giovanni Dieni mi recai a far visita a questi sventurati (…) Ricordo uno stanzone enorme, maleodorante, una specie di verminaio umano, con tanti poveri esseri, nudi in maggioranza, taciturni, spauriti, la gran parte in piedi, che divoravano rabbiosamente o stancamente masticavano qualcosa. Più avanti, oltre l’arcata che dava sulle latrine, alcuni infermi accovacciati su un tappeto navigante di escrementi, facevano i loro bisogni. Infatti gli scarichi erano otturati da tempo. Sentii il bisogno di vomitare (…) A me, senza con ciò giustificare le eventuali tangenti, dei ricoverati di Nocera interessavano le condizioni igienico-sanitarie, mi offendeva l’indicibile degrado umano. Tanto che per provvedere mi feci nominare membro del consiglio di amministrazione del nosocomio e per cinque anni ho frequentato e cercato di migliorare le sorti di quel terribile luogo.
Le immagini della realtà, dunque, non erano molto dissimili da quelle della fantasia di Dante Alighieri, nella cantica dell’Inferno! Era l’inferno sulla terra, come le immagini che ci sono state lasciate dai reporters americani e sovietici, dei campi di concentramento nazisti. In seguito ci fu l’impegno, (da parte dell’Amministrazione Provinciale di Cosenza, presieduta dal nostro autore e di quella successiva) di realizzare i primi servizi per l’assistenza psichiatrica, strutture alternative per accogliere i pazienti senza sostegno delle famiglie. Impegno non privo di enormi difficoltà in un territorio, come il nostro, non preparato dal punto di vista pratico e culturale (modeste risorse economiche, disoccupazione, altre povertà, incapacità di iniziativa, abulia di politici e cittadini…). Quando Vincenzo Ziccarelli si rese conto di non avere l’astuzia necessaria, una certa attrezzatura mentale ed ambizione per accedere alle sale del potere, abbandonò la politica. Intanto erano sciolti i vecchi partiti dell’antifascismo e dopo-guerra, in seguito alle azioni di Tangentopoli. Ad essi vennero sostituiti nuovi raggruppamenti politici che tuttora rispondono più a interessi dei diversi gruppi sociali che ad una visione unitaria della società che si vuole costruire. Aveva la consapevolezza di trovarsi fuori posto, rinunciò definitivamente alla politica, per interessarsi di più al suo teatro. Ritengo, comunque, che abbia lasciato un messaggio universale valido anche ai giorni nostri, per i giovani politici, che si trovano ad affrontare le problematiche apportate dalla globalizzazione, dal dominio delle leggi della finanza e di mercato. Non tralasciare mai il tentativo di far incontrare ogni tanto le due dimensioni dell’umano, le esigenze della politica ed i bisogni desideri degli uomini. Il suo teatro è testimonianza letteraria di questa passione civile. Per questo motivo l’Associazione di Volontariato “Itinerari Sperimentali”, sorta dai percorsi riabilitativi presso Centro di Salute Mentale di Cosenza, insieme al Centro Diurno Psichiatrico “La Ghironda” (con il laboratorio teatrale diretto dalla Dott.ssa Marcella Infusino e M. Francesca Abate e la regia di Ferruccio Stumpo) ai soci dell’Associazione Parkinsoniani Italiani di Cosenza, all’Associazione “Scena Verticale” – Progetto More, volendo ricordarlo a quanti non hanno avuto occasione di conoscerlo, hanno organizzato una Serata d’Onore che si terrà il prossimo 15 Maggio presso il Teatro Morelli, alle ore 18,30, con la partecipazione degli attori professionisti Jerry Mussaro, Giovanni Turco, Dario De Luca e Paolo Chiaia, i volontari di OdV “Itinerari Sperimentali”, gli operatori, i volontari e gli ospiti del C.D. “La Ghironda”.
Lo scopo della manifestazione è quello di far conoscere il suo pensiero, la sua arte e le sue azioni, che sono state sempre al servizio del popolo semplice ed umile. Ed il popolo semplice ed umile affollava il teatro quando erano rappresentate le sue opere, soprattutto quelle scritte in dialetto (Cristina ‘a spedesa). I semplici comprendevano bene la sua sottile ironia, i colpi di scena, la comicità, il fine umorismo.
Un’altra considerazione mi ha spinto a prendere una tale iniziativa, la consapevolezza che i calabresi, purtroppo, dimenticano facilmente le analisi e gli insegnamenti dei loro stessi intellettuali e scrittori, che sanno discernere meglio degli altri (che non vivono in Calabria) i difetti che vanno eliminati e le qualità che vanno incrementate, per un possibile piccolo cambiamento nella vita civile. A volte si preferiscono le mode di pensiero che vengono da coloro i quali non conoscono profondamente costumi vissuti e storia del popolo calabrese. Scorgo in essi un atteggiamento di dipendenza e mancanza di autostima, scarsa difesa della propria cultura, che oggi si trova a competere, nel senso buono del termine, in ambito europeo e non solo nazionale.
Una finalità si cela ancora nel proposito intrapreso: far conoscere ai giovani operatori psichiatrici, che operano nel campo della Salute Mentale, le vicende dolorose e difficili degli anni scorsi che comunque hanno e continuano a condizionare l’assistenza psichiatrica di oggi. Come monito a valutare meglio, anche rispetto al passato, le eventuali iniziative da intraprendere in questo campo, della difesa dei diritti dei cittadini più deboli. Infatti un’altra sfida alle istituzioni si presenta oggi: la legge che abolisce gli OPG ed introduce la realizzazione delle Rems. Con la speranza che si possa procedere col buon senso e con equilibrio, senza eccedere in soluzioni avventate né in soluzioni conservatrici, nell’interesse di chi soffre l’isolamento, la prigionia dello spirito, la estrema solitudine umana.

Anna Maria Di Rosa, Psichiatra
Presidente OdV “ITINERARI SPERIMENTALI”

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