La poetessa Lucia De Cicco ospite della Commissione Cultura

lucia_de_cicco_in_commissione_culturaCOSENZA – C’è molta introspezione e una tensione poetica vibrante nei versi di Lucia De Cicco, poetessa, originaria di Mendicino, cui la Commissione Cultura del Comune di Cosenza, presieduta da Claudio Nigro, ha voluto assegnare un riconoscimento nell’ambito della rassegna “Autori di Calabria” che va perseguendo da tempo la finalità di far uscire dal sommerso quel sorprendente serbatoio di scrittori e poeti che esiste in città, ma anche in provincia e che non sempre, nonostante il talento, riescono ad assecondare i buoni propositi di sfondare in un settore molto difficile come quello dell’editoria.

Giornalista-pubblicista, Lucia De Cicco ha per molti anni collaborato con il settimanale di informazione diocesano “Parola di Vita” e con altre testate di estrazione cattolica, prediligendo gli articoli culturali e quelli a carattere sociale e di cronaca religiosa. La poesia è venuta in un secondo momento, ma ha avuto il sapore di una vera folgorazione. Oggi Lucia De Cicco fa parte della rete nazionale della scuola di poesia di Silvano Bertolazzi.

E a questo hanno contribuito le due raccolte pubblicate per l’editore Aletti di Roma, “Canto d’amore” e “Un biglietto per l’Inferno”, ma anche la partecipazione a molteplici concorsi di poesia grazie ai quali ha collezionato diverse menzioni di merito. Nella cerimonia di attribuzione del riconoscimento della Commissione cultura del Comune di Cosenza, tenutasi nella sala “Quintieri” del Teatro “Rendano”, la relazione introduttiva è stata svolta dal Vice Presidente dell’organismo consiliare Maria Lucente, presenti anche i consiglieri comunali Mimmo Frammartino, Andrea Falbo, Roberto Bartolomeo e Franco Perri.

Apprezzamenti unanimi sono venuti da tutti i componenti della Commissione cultura.

Alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, anche il sindaco di Mendicino, Antonio Palermo e Rosario Belmonte, consigliere comunale di Cerisano, dove la De Cicco risiede ormai da quindici anni.

La poesia di Lucia De Cicco, come annota nella prefazione alla raccolta “Canto d’amore” la poetessa Michela Zanarella, mostra una freschezza di sentimenti, una genuinità espressiva determinata da un linguaggio semplice e spontaneo”. I suoi versi sono pieni di continui rimandi alla fede e alla spiritualità, sempre presenti come fonte d’ispirazione. “In quasi tutte le poesie – scrive ancora la Zanarella – si avverte una devozione al divino, una gratitudine alla sacralità dell’esistenza”.

Lucia De Cicco percepisce la poesia come bisogno, quasi un’urgenza e uno strumento privilegiato attraverso il quale raccontare le pulsioni dell’animo. “La mente dei poeti – dice lei stessa in uno dei suoi versi della raccolta “Canto d’amore”, aleggia nelle stanze sospesa nel soffitto” ed “è una casa che ha per tetto l’immensità del cielo”.
Ma i versi della De Cicco sono anche carichi di richiami nostalgici come “il profumo di pane fragrante che entrava da quella stanza d’un tempo”.

In altre liriche esalta il ruolo dell’amicizia cui annette grande importanza. E non mancano le dediche, come quella alle donne del Centro Italiano Femminile contenuta in “Profumo di donna”, stesso titolo del film di Dino Risi. Una lirica che è una sorta di inno alla donna: “Io donna sono nata per volare in alto e disegnare di poesia le tue giornate”. I ricordi si intrecciano con il passare inarrestabile del tempo che diventa specchio fedele di un’esistenza travagliata, con l’inevitabile alternanza di gioie e dolori, sostenuti, le une e gli altri, da un’incrollabile fede.

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