Oggi sul lungofiume un cataclisma non naturale ma artificiale: la performance “esplosiva” dell’artista Donato Piccolo

bocs_art_3COSENZA – Un’esplosione intesa nel suo senso enciclopedico: come fenomeno rapido e violento, conseguente a una reazione chimica che comporta la decomposizione di una sostanza instabile (esplosivo), innescata da cause meccaniche.

È così che l’artista Donato Piccolo, nel gruppo dell’attuale fase ella residenza artistica di BoCS-Art, introduce la sua performance in programma domani, venerdì 2 ottobre, alle 18,30, all’inizio del lungofiume in un casale fatiscente e abbandonato per cui sono state ottenute tutte le autorizzazioni del caso.

Questa “operazione” come la intende l’artista è collegata ad una poetica evoluzionistica sperimentale tesa a sottolineare il filo conduttore tra il mondo fisico e psicofisico, il diverbio mentale tra il mondo che viviamo ed il mondo come lo percepiamo, tema molto caro a Piccolo.

A tale scopo, l’autore innescherà cariche di esplosivi particolari che andranno a distruggere tale struttura già comunque decadente. L’operazione sarà supportata dall’azienda locale “Di Sarro”, specializzata in attività pirotecniche di diversa natura, e sostenuta dal Fablab di Cosenza.

L’idea tende a sottolineare il sottile divario che intercorre tra la chimica e l’arte accentuando l’esplosione da un punto di vista estetico. Nel caso di Piccolo, l’esplosione diventa un rimando estetico molto forte dove il concetto del bello si accosta ad una natura illuministica sperimentale esplorativa. Lo stesso filosofo Berlyne teorizzava che il meccanismo alla base della fruizione dell’arte è il rinforzo sensoriale, il che comporta un’apertura verso l’utilizzo di dati sperimentali. In questo caso, Donato Piccolo ci riporta ad una percezione diversa del concetto di estetica. Un estetica maturata con l’evoluzione sociale e che sfoggia in uno Sturm und Drang contemporaneo che tende ad emozionare e ad avvicinare alle dinamiche naturali della visione diretta di un fenomeno.

Nel concetto di esplosione si muovono diverse tematiche. Per Piccolo, ad esempio, sintetizzare l’estetica in una esplosione significa ripercorrere in modo “alternativo” le dinamiche sensoriali di nascita, costruzione o crescita e distruzione, insite nella personalità umana. La sua prospettiva, per quanto innovativa, produce, tuttavia, un netto stacco con ciò che le arti passate hanno rappresentato. Per quanto sia stimolante svelare i retroscena cognitivi e cerebrali che caratterizzano il processo di elaborazione dell’estetica, probabilmente, l’approccio dell’artista può apparire, per certi versi, rivoluzionario in quanto l’attenzione verte, principalmente, sulla modalità di fruizione dell’arte, non di produzione ma di distruzione.

Infine, nella sperimentazione di Piccolo, l’opera è ciò che investe lo spirito porta a comprendere alcuni spostamenti del pensiero come metafore della visione portando spesso a coinvolgere tutti i sensi di fruizione di un’opera.

In questa occasione la spettacolarizzazione della visione diventa stimolo di condivisione di un cataclisma non naturale ma artificiale. L’opera di Piccolo segna proprio un divario ben netto tra arte ed artificio, tra tecnologia ed evoluzione. Estetica, dunque, intesa come emozione, evoluzione.

La performance verrà realizzata grazie al supporto tecnico di Martino di Sarro (pirotecnica Di Sarro) e all’aiuto teorico di Francesco Bevacqua (Fablab Cosenza) oltre che alla preziosa collaborazione di Patrizia Pichierri con il supporto di Piero Gagliardi e Fabrizio Marano.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *