BoCs Art, larghi apprezzamenti per il film di Caterina Carone. Sabato 24 il finissage della residenza con la mostra “Più Arti più Liberi”

COSENZA – La residenza artistica BoCs Art di questo novembre dedicata alla trasversalità della Parola sta tracciando un percorso partecipato che resterà impresso.

Dopo il convegno sviluppato la scorsa settimana in due giornate al BoCs Art Museum nel chiostro di San Domenico, l’attuale sessione curata da Giacinto Di Pietrantonio e Tommaso Pincio volge quasi al termine e si prepara al finissage in programma sabato 24 novembre alle 18,30sul viale George Norman Douglas -Lungofiume Crati. In tale occasione sarà presentata la mostra “Più Arti più Liberi”. Violetta Bellocchio (scrittrice, critico letterario), Caterina Carone (regista, sceneggiatrice, scrittrice e disegnatrice), Gianluigi Colin (artista, art director, critico d’arte cover editor de La lettura-Corriere della Sera), Damien De Lepeleire (artista multimediale) Francesco D’Isa (scrittore, artista, illustratore, musicologo e filosofo), Giorgio Falco(scrittore e afrtista visivo), Ibai Hernandorena (artista e scenografo cinematografico), Gabrielle Le Bayon(artista e filmaker), Francesca Montinaro (artista multimediale, designer e scenografa RAI, Canale 5 e La7), Sabrina Ragucci (artista, fotografa e scrittrice),Sarah Revoltella (artista, scrittrice, regista cinema e teatro), Tommaso Pincio (scrittore, artista e critico d’arte) e Veronica Raimo (scrittrice, poetessa, drammaturga  e sceneggiatrice), sono tutti autori trasversali che nel congedarsi da Cosenza mostreranno opere mai viste che raccontano e presentano immagini del mondo.

Intanto, mercoledì sera nel cinema Modernissimo è stataproiettata la commedia “Fräulein – Una fiaba d’inverno” (2016) della regista Caterina Carone che, prima della visione, ha conversato con il regista e attore cosentino  Max Mazzotta, anche lui tra i personaggi del lungometraggio nel ruolo del postino. Il film è la storia della metamorfosi di una donna di 41 anni (“la signorina”, “la zitella” interpretata dalla magnifica Lucia Mascino) che, da acida e solitaria, si apre a poco a poco alla leggerezza della vita grazie all’incontro improvviso con il turista Walter Bonelli (un inedito Christian De Sica). Sullo sfondo, c’è la magia del cambiamento interiore che prende spunto dalla tempesta solare che si è abbattuta sul piccolo villaggio delle Dolomiti dove la “Fräulein”, che in realtà si chiama Regina, vive giornate monotone assistendo gli anziani del posto e rintanandosi poi nel vecchio albergo di famiglia ormai chiuso agli ospiti. La natura che fa andar via la corrente elettrica e interrompe le comunicazioni telefoniche ha così un effetto rigeneratore su sentimenti che sembravano sopiti, e la fiaba si compie nel risveglio del sorriso di Regina che, forse non a caso, ha chiamato la sua amata gallina bianca Marilyn in riferimento a una femminilità che prima o dopo, in lei, sarebbe sbocciata.

Il lavoro sceneggiato e diretto da Caterina Carone ha ricevuto applausi e apprezzamenti, rafforzandol’obiettivo della residenza artistica in corso in riferimento al potere di incursione della scrittura nelle varie arti.

 

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