Il Consiglio comunale supporta la Giunta nella richiesta dello stato di emergenza per il centro storico

consiglio_comunale_nuovi_assessori_10COSENZA – Gran parte dell’ultima seduta del Consiglio comunale, presieduta da Luca Morrone, è stata assorbita da una partecipata discussione riguardante la gestione dell’Auditorium Guarasci del Liceo Telesio.

Il documento, proposto dalla minoranza, non ha però ottenuto i voti necessari a legittimare un intervento di sensibilizzazione del Consiglio comunale sul Presidente della Provincia, e Sindaco, Mario Occhiuto affinché di quella gestione si occupi direttamente l’istituzione scolastica.

In sintesi il documento che, fuori dalla minoranza, ha ottenuto il voto favorevole di Raffaele Cesario (gruppo misto) e Franco Perri (PdL), registrando l’astensione di Giuseppe Spadafora (I Moderati), invitava il Sindaco ad attivarsi presso il Presidente della Provincia per rappresentare le esigenze ed i motivi di opportunità in termini sociali e culturali in modo da restituire all’ente scolastico Liceo ginnasio “Bernardino Telesio” la disponibilità generale della struttura e ferme restando le prerogative della Provincia quale ente proprietario, e con impegno del Liceo Telesio ad aprirlo alle necessità della cittadinanza e della stessa provincia come del resto è sempre avvenuto negli anni”.
Il dibattito è stato anticipato dalla relazione introduttiva del consigliere Marco Ambrogio (PD) in quanto primo firmatario. “Invano abbiamo cercato di mediare con la Provincia e il Comune – ha detto- alla luce di alcune circostanze che hanno visto il diniego della struttura al Liceo Classico che da sempre ha avuto come sua pertinenza questo auditorium. Io stesso, da studente di quel Liceo non posso non ricordare le assemblee e le manifestazioni che abbiamo tenuto in quel luogo, e come me tanti altri.

Penso dunque che si possa giungere ad una soluzione pacifica visto che da sempre l’auditorium è stato a a disposizione del Liceo e, da qualche anno, in seguito alla ristrutturazione, non ne ha più l’uso esclusivo. Mi chiedo allora quale sia la differenza tra una struttura di proprietà della Provincia come ad esempio una palestra scolastica e quell’auditorium. Eppure le palestre sono ad uso esclusivo della scuola. D’altra parte sono convinto che la dirigenza si impegnerà a rendere disponibile la struttura anche per altre manifestazioni.

Salvatore Perugini (PD) ha evidenziato in prima battuta le circostanze favorevoli all’interno delle quali si tiene la discussione, “il cambiamento del sistema elettivo della Provincia per cui le amministrazioni provinciali sono organismi di secondo livello; la presenza del Sindaco che contestualmente è presidente provinciale, sapendo che la disponibilità alla soluzione è nelle mani del Presidente che è anche Sindaco. Alcune questioni vanno risolte nel rispetto di una regola generale, in maniera semplice. Qui il punto è che il Liceo Classico di Cosenza ha da sempre storicamente al suo interno un auditorium, e non si può nemmeno qualificare come una pertinenza, ma è un luogo della scuola dove la stessa esercita le sue attività. Quindi è un sacrosanto diritto considerare il plesso, nella sua interezza, nella propria disponibilità. Poi c’è l’altra regola secondo la quale l’ente locale sovrintende alla gestione e alla manutenzione straordinaria dei plessi scolastici ma non c’è alcuna interferenza con aspetti che riguardano la gestione della scuola e lo sviluppo della didattica. Il punto si risolve riportando la situazione allo stato quo ante, il Guarasci è auditorium di quel plesso scolastico. All’interno di questa regola ci sarà l’accordo tra scuola ed ente locale perché la struttura possa essere aperta ad un mondo diverso da quello della scuola. P0ossiamo anche pensare ad una regolamentazione con un rapporto convenzionale, importante è non stravolgere la regola e il principio che i luoghi scolastici sono competenza della scuola per fini didattici ed educativi in genere”.

Anche ad Enzo Paolini (PSE) “sembra quasi surreale la discussione in Consiglio comunale. Siamo di fronte a una normale sinergia tra istituzioni. Il mio contributo si limita dunque al richiamo al buon senso, alla normalità delle questioni, al giusto senso della misura che deve avere un consiglio comunale, ai richiami legislativi che ci sono”.
Pure Francesco Perri (PdL) ha espresso perplessità sulla discussione rispetto ad un argomento “che – ha affermato – andava risolto seguendo le vie d’ufficio. Sono certo che c’è la sensibilità del Sindaco, come dimostrato anche dalla recentissima firma per la concessione di palazzo Vaccaro. L’auditorium è stato sempre parte integrante del Liceo. Posso capire che, trattandosi di una struttura pubblica, ci debba essere un regolamento, al quale sicuramente l’Istituto non rifiuterà di attenersi ma pretendere che quando c’è un assemblea interna, si debba chiedere il permesso, è una cosa indicibile politicamente e amministrativamente”.

Per Maria Lucente (PD) “quanto stiamo discutendo ha una forza argomentativa in sé e una dimensione di tipo giuridico amministrativa chiare ed inequivocabili. Mi è sembrata una tempesta in un bicchiere d’acqua e non riesco a capire perché si è arrivati a questo punto. I locali sono sempre di pertinenza dell’Istituto scolastico che, attivando gli organi collegiali, ne concede l’uso sulla base della caratteristica dell’iniziativa, che sia armonica rispetto alla programmazione dell’istituto. Tutto l’ambiente scolastico è ambiente culturale per gli studenti e hanno diritto ad utilizzarlo senza paletti. La funzione educativa ha bisogno di un riconoscimento chiaro, soprattutto da parte degli organi politici, è un segno di rispetto per quello che la scuola elabora e realizza. La richiesta di autorizzazione da parte della scuola ad utilizzare l’auditorium è illogica, è una mortificazione, tenendo presente tra l’altro che la Provincia, ente di passaggio, dovrebbe come tale essere impegnata in un lavoro di delega e non di appropriazione. Mi associo dunque ai colleghi per riposizionare i luoghi e le funzioni che ognuno ha, in armonia”.

Francesco Caruso (Forza Italia) “seppure nell’emozione di ex studente del Liceo Telesio, oggi siamo nell’istituzione e la situazione va risolta con il pragmatismo e la razionalità che i tempi e le congiunture impongono. Il mio voto sarà contrario e vorrei motivare, così come lo è stato per l’inversione, e non perché non mi interessi la situazione del centro storico ma è un voto contro le piccole ipocrisie. Mi sarei aspettato che l’opposizione si spendesse per anticipare quanto più possibile la discussione sul centro storico, e lo dico col dovuto rispetto nei confronti dei rappresentanti del Liceo presenti, rispetto il loro buon senso e la capacità di comprendere che, non solo perché sono seduti qui, dobbiamo reverenzialmente anticipare la discussione. Prima il consigliere Ambrogio chiedeva come la Provincia intendesse determinarsi sull’utilizzo delle palestre scolastiche. Io non lo so, posso dire però come si è regolato il Comune per quelle di sua competenza, intendendo gli istituti scolastici che le ospitano non come monadi ma che al contrario debbano metterle a disposizione della collettività. Come possiamo noi andare a chiedere di interloquire con un altro ente per dirgli come deve regolarsi? Maliziosamente vedo il tentativo di ingraziarsi una componente. L’alzata di scudi, semmai andava fatta cinque anni, quando l’auditorium è stato ristrutturato e riconsegnato alla città”.

Nella sua replica il Sindaco Mario Occhiuto ha ricordato le somme impegnate dal suo predecessore alla Provincia Mario Oliverio per la ristrutturazione dell’auditorium, “un milione e 300mila euro, con l’intenzione di Oliverio di completare un’opera di valorizzazione del centro storico. Tant’è che è diventato l’auditorium della comunità, una struttura che non esiste nel comprensorio con quelle caratteristiche. Una struttura che adesso è un bene comune e viene data su richiesta, senza ticket, al Liceo se risulta libera da altri impegni. Sembra strano che oggi il Consiglio comunale discuta impropriamente di un tema immaginando di sottrarre la struttura alla comunità cosentina per darla in uso esclusivo ad una scuola. Al dirigente, col quale ho pure un rapporto di amicizia, ho espresso la mia posizione, precisando che il nostro compito è di soddisfare l’interesse collettivo e non le singole richieste. Non si può governare la città programmando e poi fermandoci perché un gruppo viene ad esprimerci una richiesta. Noi teniamo la barra dritta. Non è un volersi intestardire, ma è paradossale che un Consiglio comunale possa esprimersi per togliere un bene alla comunità e darlo ad un gruppo. Si può concordare un utilizzo condiviso, ma non cederne la gestione. La città di Cosenza non può fare a meno della struttura.

Nelle dichiarazioni di voto Sergio Nucci (Polo civico Buongiorno Cosenza) ha affermato di aver firmato l’Ordine del Giorno “per arginare una mentalità proprietaria che vivo nel Comune di Cosenza ma che evidentemente la città vive anche nella Provincia. Attraverso Buongiorno Cosenza ho pensato di lanciare un appello, di accendere una lampadina nella testa del Sindaco, che è anche Presidente, per ragionare con docenti e alunni a trovare una soluzione ancor prima del Consiglio. Siamo stati accusati di approfittare della situazione di contrasto per trarne un vantaggio elettorale, ma noi esprimiamo solo un’opinione, non abbiamo in mano leve del potere”.

Giuseppe Spadafora (I Moderati) ha espresso disagio, “che deriva da quello che ho sentito dai consiglieri comunali di minoranza che con garbo sono stati convincenti. Solo per spirito di appartenenza mi asterrò”.

Domenico Frammartino (IdV) ha parlato di una “discussione nobilitata dal Consiglio comunale, mentre la questione poteva essere risolta nella consultazione tra istituzione e istituto scolastico. Non prenderò parte alla votazione. Difficile valutare cosa sia meglio per la futura gestione. Risolvo la mia crisi lasciando l’aula”.

Per Francesco Perri (PdL) “se c’è la possibilità di correggere l’errore dell’ex presidente della Provincia, non vedo perché non si debba fare. Il Consiglio ha il dovere di approvare un documento che sensibilizza alla gestione da parte della scuola”. Per Andrea Falbo (Gruppo misto) “non esistono scuole di serie A e scuole di serie B. Concordo che si tratti di una tempesta in un bicchier d’acqua”. Raffaele Cesario (Gruppo Misto) non nasconde che se l’aspettava. “Quando scatta l’ora X tutto ciò che si dice e si pensa è orientato a stabilire a quale carro si appartiene. Tutto ciò che si dirà in questo consesso sarà una prova muscolare, per dimostrare chi ha il numero in più o il numero in meno. Questo problema andava sollevato esattamente 5 anni fa, quando l’auditorium è stato ristrutturato. E’ assurdo che questo consesso abbia assorbito tre ore di dibattito su questo problema, che andava affrontato tra istituzioni, trovando un punto di incontro. Ciò di cui stiamo parlando, è già stabilito dalla legge nazionale. E’ ovvio che bisogna concordare un regolamento, allo stato attuale l’auditorium è abbandonato, non si capisce chi debba gestirlo”.
Enzo Paolini (PSE), “io parlo in funzione delle elezioni come tutti quelli che fanno politica. Quindi sono strumentale. O voi siete lì per diritto divino? Voi siete lì grazie ai voti, come me. Parlo perché ci sono le elezioni e voglio convincere le persone della giustezza delle mie posizioni. Questa è la democrazia. Non c’è da demonizzare nessuno, neanche chi chiede di invertire l’Ordine del Giorno per discutere del Telesio. Il punto non si è discusso l’ultima volta perché la maggioranza non ha voluto, oggi c’era il dovere di ricominciare da lì. Questa discussione di principio vale quanto quella del centro storico. Non sono state tre ore di discussione inutile. Qui nessuno ha chiesto di sottrarre un bene alla comunità cosentina, è stato sempre detto che l’auditorium è una pertinenza del Liceo classico e si fanno dei regolamenti che disciplinano l’uso del bene, non se ne mette in discussione la proprietà. Investire su una struttura non significa doverne rivendicare la gestione”.

Carmelo Salerno (Forza Italia) ha parlato di un “documento irricevibile da parte del Consiglio comunale., che non significa avere la voglia e la responsabilità di prendere una posizione ma affermare alcuni principi molto semplici: il principio di legalità, perché c’è una legge che è stata richiamata e dà ad una istituzione il compito di gestire un immobile; il principio di democrazia e rappresentanza, come fa un consigliere provinciale a dire al suo territorio che le sorti di quell’immobile le ha decise il Consiglio comunale”.

L’esito della votazione è stato di 11 voto favorevoli, 14 contrari e 1 astenuto.
Esaurito questo punto, si è passati, sulla scorta di una precedente approvazione di inversione dell’Ordine del giorno al punto relativo alla situazione del centro storico che chiedeva conto all’Amministrazione delle sue intenzioni circa gli interventi di ripristino e di rilancio. Il Sindaco Mario Occhiuto ha dunque informato il Consiglio comunale della delibera di Giunta appena approvata con la quale si è chiesta la dichiarazione dello stato di emergenza per rischio crolli nel centro storico. Il primo cittadino ha ricordato come la Giunta Perugini, nel 2009, avesse già preso atto dello stato di degrado del centro storico chiedendo, come necessario e urgente, un processo di riqualificazione. “Si evince che le problematiche sono vecchie, che c’è un processo di degrado che è continuo. Già al mio insediamento io scrissi ai Presidenti della Repubblica, del Consiglio e della Regione, indicando anche quale fosse la strada percorribile per intervenire. Procedure urgenti che, non solo per carenza di risorse, ma anche per difficoltà normative, trattandosi di edifici privati sui quali non si può intervenire con risorse pubbliche, non sono state fatte. E’ una situazione della quale oggi prendiamo nuovamente atto, sperando che queste nostre richieste abbiano delle risposte”. Il Sindaco ha poi ricordato come per molti edifici privati, molti dei quali costruiti con materiali di risulta dei fiumi, l’unica soluzione sia la demolizione. “Abbiamo attivato le procedure, intimando ai proprietari la messa in sicurezza, in assenza della quale si agisce a danno. Riguardo gli edifici pubblici, questa amministrazione non è stata certo con le mani in mano. Diverse le azioni sul centro storico, a cominciare dal piano strutturale che sta compiendo il suo iter. Un piano che ha come obiettivo il recupero, anche attraverso incentivi. La nostra politica è poi di recupero degli spazi pubblici, con i lavori sui Ponti, a San Domenico e piazza Campanella, a Sant’Agostino, a Palazzo Gervasi. E poi il Castello già restaurato che diventa attrattore grazie agli eventi, l’ex ricovero Umberto I di proprietà della Provincia, le riqualificazioni di piazza Riforma e piazza Amendola, è stato recuperato il contratto di quartiere che è una delle operazioni esemplari rispetto al modo di realizzare il recupero ma sappiamo che difficoltà ci sono nel rapporto coi proprietari”.
Rispetto al centro storico, l’aula, su mozione del consigliere Enzo Paolini, si è espressa unanimemente a supporto della richiesta di dichiarazione dello stato di emergenza formalizzata dalla giunta comunale.
Ad inizio seduta erano stati velocemente approvati i punti relativi al riaccertamento straordinario dei residui 2015 e allo schema di convenzione per l’attivazione del servizio associato per lo sviluppo urbano sostenibile. L’ultima annotazione riguarda la richiesta, avanzata dal consigliere Roberto Sacco (Uniti per Paolini Sindaco), di inserire nel prossimo Consiglio comunale un Ordine del Giorno inerente Padre Fedele Bisceglia, perché gli vengano restituite le ordinarie funzioni religiose e l’Ordine dei Cappuccini reintegri il frate nel possesso e nella gestione della casa d’accoglienza Oasi Francescana dallo stesso voluta e costruita.

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