COSENZA – “La misura è colma. Siamo stati, insieme all’Intersindacale dei medici, facili Cassandre. Lavorare in Ospedale senza mezzi e senza nuove risorse non può che condurre a questo”.
C’è un senso di rabbia e di indignazione nelle parole dell’Assessore alla sanità, qualità della vita e alla salute pubblica Massimo Bozzo che è nuovamente intervenuto sulla drammatica situazione che si sta verificando all’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza dopo che un altro medico ha accusato un malore per eccesso di stress accumulato durante lo svolgimento della sua attività in uno dei reparti del nosocomio, dove cronica è ormai diventata la carenza di personale.
I sentimenti che ci pervadono in queste ore – afferma l’Assessore Bozzo – sono quelli della costernazione e della preoccupazione. Non paventavamo un epilogo del genere per il nostro Ospedale, ma il declino dell’Annunziata appare, ormai, irreversibile.
In una situazione del genere immaginiamo che chi potrà, tra i medici rimasti, non esiterà ad andarsene. I medici sono stati lasciati da soli senza contare che sono loro e loro soltanto a dover rispondere dei disservizi e a dare al cittadino risposte immediate, specie in alcuni reparti nevralgici. Siamo arrivati, purtroppo al capolinea.
Ecco perché – ha aggiunto Bozzo – la seduta straordinaria del Consiglio comunale dedicata ai temi della sanità e, in particolare, alla situazione dell’Ospedale, diventa estremamente importante per far sì che la speranza non muoia. Ho incontrato sia il Presidente del Consiglio comunale Luca Morrone ed il consigliere Giuseppe Mazzuca, primo firmatario della richiesta bipartisan di convocazione urgente della massima assise cittadina, ed insieme abbiamo valutato che non sussistono oggettivamente le condizioni, per mancanza di spazi adeguati, per far tenere, come io avevo proposto, la seduta del Consiglio direttamente in Ospedale.
La terremo, come è consuetudine, nella sala delle adunanze della Provincia, ma da questo momento è importante far partire un invito il più ampio possibile alla partecipazione, dei medici, del personale infermieristico ed ausiliario, della cittadinanza tutta, perché anche la gente comune, oltre agli addetti ai lavori, possa far sentire la propria voce su una questione rispetto alla quale è necessario mobilitarsi e non arrendersi, anche se le condizioni per una resa definitiva ci sono tutte, come dimostrato dall’ultimo episodio che si è verificato”.