COSENZA – L’unico dei punti all’Ordine del Giorno che oggi il Consiglio comunale, presieduto da Luca Morrone, ha affrontato, è stato quello relativo al “mancato rispetto della Legge Delrio”, presentato da dieci consiglieri, primo firmatario Maria Lucente.
Tutti rinviati gli altri, vuoi per un maggiore coinvolgimento dei consiglieri sottoscrittori, vedi l’istituzione del dipartimento universitario ma, soprattutto, come esplicitato da Enzo Paolini, perché prevale un’altra questione “che non va sottaciuta, più rilevante rispetto alle dinamiche politiche della città”. Il riferimento del consigliere del PSE è alle recentissime intimidazioni ai danni del suo capogruppo Giuseppe Mazzuca, che avviene in un clima di spregio dei diritti dell’opposizione. “In questo clima – afferma Paolini – è difficile discutere di qualsiasi cosa che non sia il rispetto delle regole”.
Si scivola così verso la questione relativa alla mancata ottemperanza, da parte dell’Amministrazione comunale, di quanto stabilito nella sentenza del Consiglio di Stato sulle cosiddette ‘quote rosa’. L’argomento è stato introdotto da Maria Lucente. “Non pensavo di dover tornare su questo argomento – afferma – dopo aver argomentato i miei precedenti interventi, non con critiche o attacchi politici al sindaco per la sua non applicazione della legge Delrio e per la sua tenacia resistenza alla censura del Tar, ma parlando della dimensione generale del tema parità e chiamando in causa i partiti, i politici, la loro latitanza sull’argomento. Ho sempre associato il concetto di parità a quello di democrazia, di legalità, di cultura, di rispetto, per tutte le diversità, nella logica di sollecitare questa Amministrazione ad una cultura dell’uguaglianza e dei diritti in generale. Questo è anche il tipo di approccio del PD, che attraverso i consiglieri del gruppo ha sollevato l’attenzione. Stasera però registriamo come sia mortificante che nemmeno una legge, sollecitata dalla Comunità europea, sia riuscita a convincere il Sindaco che si trattava non di sensibilità politica o personale, ma di necessità di rispettare una legge. Non amo ferire istituzioni e persone, ma le donne che l’hanno eletta non meritano questo atteggiamento. Senza strumentalizzazione dico che dovrà affrontare nella prossima tornata elettorale il tema della parità, e questo atteggiamento peserà moltissimo”.
Sulla medesima lunghezza d’onda, Il collega di gruppo Marco Ambrogio afferma “stasera ci troviamo di fronte ad una mortificazione della democrazia. Si dibatte su un tema che non doveva essere nemmeno dibattuto, trattandosi di una sentenza del Consiglio di stato che respinge il ricorso di Bozzo e Luciani. Vogliamo solo sentire le motivazioni del Sindaco, del quale oggi dobbiamo dire che non rispetta la legge, sapendo che ancor prima di quella legge il Sindaco avevo scelto di aprire la sua Giunta a una significativa presenza femminile. Nel caso il Sindaco non ottemperasse alla sentenza, già domattina saremo dal Prefetto a chiedere che intervenga.
Nella sua replica, il Sindaco Mario Occhiuto, prima di entrare nell’argomento in discussione, si associa alle espressioni di solidarietà già manifestate dai consiglieri nei confronti di Giuseppe Mazzuca. “Registro – afferma – che Il livello di scontro è aumentato in città, c’è un imbarbarimento della vita civile. Non è un clima creato da questa maggioranza che si è sempre posta in posizione di ascolto, siamo stati vittime di questi atteggiamenti, ponendoci al di sopra delle appartenenze politiche. Quando si alimenta questo clima e si supportano alcune azioni, allora si è tutti responsabili. Questo è l’aspetto deteriore della politica, a Cosenza particolarmente forte rispetto ad altre realtà urbane”.
Sull’argomento all’Ordine del Giorno, il Sindaco ricorda – così come evidenziato anche da Marco Ambrogio nel suo intervento, che “questa Amministrazione ha già manifestato, prima ancora della legge, la sua apertura alla parità di genere, quindi non abbiamo nulla da dimostrare. E anche successivamente, si è sempre chiesto ai gruppi di riferimento di indicare una quota femminile nella rosa di assessori. Oggi c’è una sentenza notificata a fine novembre ed è giusto applicarla. Ma non si tratta soltanto di togliere una persona e metterne un’altra, è una situazione ben più complessa, che implica i progetti che si stanno realizzando, sto cercando una soluzione compatibile sia rispetto alla persona sia rispetto alle attività in essere. Nulla da eccepire dunque rispetto a quanto è stato detto ma innanzitutto il rispetto della dignità delle persone ed il rispetto dell’attività amministrativa”.
Maggioranza e minoranza su posizioni diverse, tant’è che, dopo una breve sospensione dei lavori, sono stati presentati due documenti.
Quello della minoranza, letto da Marco Ambrogio, detta dei tempi precisi, impegnando “il Sindaco ad eseguire la sentenza , secondo le sue stesse intenzioni, e quindi entro un tempo predeterminato che non vada oltre i sette giorni da oggi”.
Il documento della maggioranza, letto dal consigliere di Forza Italia Carmelo Salerno, parte dalla medesima premessa ma “dà mandato al Sindaco di svolgere la necessaria attività di verifica, nei tempi ristretti ritenuti opportuni, per dare esecuzione alla sentenza con l’avvicendamento in giunta senza pregiudicare gli effetti positivi dell’azione posta in essere”.
Nelle dichiarazioni di voti si è espresso “l’auspicio che il Sindaco ottemperi alla sentenza in tempi ragionevoli per offrire alla città la possibilità di valutare positivamente un’azione anche sotto questo aspetto. Se non lo farà si assumerà le sue responsabilità” (Sergio Nucci); di “ragionevolezza dei tempi” parla anche il consigliere del PdL Lino Di Nardo mentre il collega di gruppo Franco Perri, in difformità, non attribuisce al documento della minoranza il compito di fare pressioni sul Sindaco ma “va colto come stimolo a non apparire come colui che vuole rimandare sempre”; Enzo Paolini definisce il documento della maggioranza “pura demagogia politichese. Siamo disponibili a sottoscriverlo a condizione che dopo la premessa in politichese ci sia l’indicazione di un termine temporale preciso”; Maria Lucente aggiunge al suo precedente intervento la considerazione che “nessuno della Giunta ha avuto la sensibilità di fare spontaneamente un passo indietro sollevando il Sindaco da una scelta che è sicuramente difficile”; Carmelo Salerno precisa che col documento non si dà mandato al Sindaco di ottemperare a una sentenza (come affermato da Paolini) ma “di svolgere le attività istruttorie necessarie per ottemperare all’obbligo che deriva dalla sentenza”.
Alla votazione, il documento che registra il maggiore numero di consensi è quest’ultimo, con 13 voti a favore, l’astensione di Franco Perri (che ha espresso voto favorevole al documento della minoranza) e 9 voti contrari.
Il Consiglio comunale, prima di essere aggiornato a nuova convocazione, ha preso atto della fuoriuscita di Michelangelo Spataro dalle Commissioni consiliari Controllo e garanzia, Trasporti e Ambiente