COSENZA – “L’elezione del Consiglio della città metropolitana di Reggio Calabria dà il via libera a una stagione di innovazione istituzionale e di protagonismo da parte dei territori. La novità della città metropolitana impone a tutti una riflessione, un ripensamento e scelte che devono allontanare campanilismi e interessi particolari.
La prospettiva della città metropolitana può accelerare i processi di modernizzazione socio-economica.
In Calabria manca un tessuto di città medio-grandi. E’questo il vero deficit rispetto alle altre realtà dell’Italia e del Mezzogiorno. Va dato atto al sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, di aver raggiunto un obiettivo importante con caparbietà e intelligenza”.
E’ quanto sostiene il consigliere regionale del Partito democratico, Carlo Guccione.
“La nascita – continua Carlo Guccione – della città metropolitana di Reggio, vista dalla Calabria del Nord, non può che fare emergere la consapevolezza e la necessità, pena l’isolamento e la marginalizzazione, di un vero e proprio salto di qualità per la realizzazione del Comune unico dell’area urbana Cosenza-Rende-Castrolibero. Fino a qualche tempo fa eravamo la provincia più grande (42%)”.
“Oggi, con l’abolizione – sottolinea il consigliere regionale – delle Province e l’assenza di grandi agglomerati urbani, rischiamo di perdere il ruolo fondamentale che abbiamo sempre ricoperto nello scacchiare dell’intera regione. Eppure la centralità del nostro territorio ci impone di abbandonare la difesa di piccoli e grandi fortini, solo apparentemente impermeabili al cambiamento repentino in atto. Questa area è al centro fra il territorio che esprime grande produttività e ricchezza come la Sibaritide, la Piana di Cammarata e il Porto di Gioia Tauro, lo scalo più grande del Mediterraneo. C’è un legame strategico, economico, ma anche sociale fra queste aree. Al centro vivono Cosenza, Rende, Castrolibero e l’Università della Calabria, altro motore di aggregazione e fucina di talenti”.
“Le altre discussioni – termina Carlo Guccione – appaiono in subordine rispetto al cronometro dell’innovazione istituzionale che corre veloce. Reggio Calabria si gioca da sola le sue carte con il Governo e con l’Unione europea. L’istituzione Regione appare adesso, nell’ottica della nuova area urbana di Reggio Calabria, soltanto una presenza non indispensabile. L’Europa dialoga con le città metropolitane e con i grandi agglomerati urbani. Il trend è molto semplice da capire. Se non ci diamo una mossa rischiamo di restare ancora una volta indietro e perdere quello che abbiamo costruito. Una classe dirigente con lo sguardo rivolto al futuro deve fare tesoro di ciò che è avvenuto a Reggio Calabria, abbandonare localismi e campanilismi, stabilire un percorso condiviso per approdare al grande comune unico a Nord della nostra regione. Un comune che possa relazionarsi direttamente con Roma e Bruxelles e capace di essere polo attrattivo delle forze produttive ed essere volano dello sviluppo dell’intera Calabria. Il processo di aggregazione è una necessità. O la politica diventa la protagonista di questo processo, oppure, a realizzarlo saranno le inevitabili imposizioni di un’attività riformatrice non più rinviabile, come sta avvenendo a livello nazionale”.