RENDE (COSENZA) – Ci sono attacchi del Laboratorio Civico che lasciano realmente il tempo che trovano. È di oggi una nota ai giornali in cui scrivono che sarei “un consigliere comunale che si distingue per l’assenza, malgrado gli inviti istituzionali pervenuti” (manco volentieri ai loro convegni “istituzionali”, se posso evito di annoiarmi e non m’interessano le passerelle. Mentre per tutto il resto fanno fede i verbali di Consigli e Commissioni che prego il Presidente del Consiglio di rendere pubblici, così per sbugiardarli ulteriormente).
Ma sarei affetto anche da “indignazione da tastiera, nella maggior parte di casi senza argomenti, tipica dell’utilizzo patologico dei social network”.
Insomma, sono “un piccolo dilettante allo sbaraglio dell’area urbana”.
Fin qui, è da notare l’alta critica politica che mi riserva la classe degli illuminati del Laboratorio Civico. Una critica che, non trovando altro su cui aggrapparsi, cerca di gettare fango sul mio senso di responsabilità come rappresentante delle istituzioni, ma la verità è ben altra e carta canta.
Entriamo nel dettaglio delle accuse. Mi si contesta di non essere stato presente all’incontro con Oliverio. Ebbene, il 28 ottobre 2015, più di un mese prima dall’incontro dunque, ho inoltrato una nota al Presidente del Consiglio, Annamaria Artese, tramite posta elettronica certificata (che allego) in cui informavo la stessa che per motivi personali sarei stato assente da Rende dal 26 novembre all’1 dicembre 2015. Chiedendo anche di tenere in considerazione queste date in vista di un probabile Consiglio comunale. Come a dire: se possibile rinviatelo di un giorno… così ci sono anch’io. E infatti, seguendo la correttezza istituzionale che caratterizza il Laboratorio Civico di cui fa parte (ahinoi) anche il presidente del Consiglio, la pubblica assise è stata fissata proprio il 30 novembre 2015!
Tre giorni prima, il 27 novembre, Oliverio ha deciso di incontrare il sindaco e tutti i capigruppo rendesi (la partecipazione a questo incontro è stata proposta dal consigliere di minoranza Andra Cuzzocrea in una capigruppo dov’ero presente e non dal sindaco o da qualche membro della maggioranza e men che mai dal suo Laboratorio Civico).
Ero assente. Certo che ero assente. Lo sapevano anche i muri al Comune di Rende che sarei stato assente in quei giorni. Ma i membri del Laboratorio Civico non lo sapevano. Glielo avrebbe potuto ricordare un membro autorevole del Laboratorio Civico che è anche presidente del Consiglio, evitandogli così questo spiacevole scivolone dell’accusa gratuita di assenteismo nei miei confronti.
Ma perché è così arrabbiato il sindaco e il suo Laboratorio Civico?
Ve lo spiego subito: gli abbiamo ricordato la brutta figura, veramente pessima, che ha portato a casa con la storia della mega clinica privata convenzionata col pubblico che non è riuscito a realizzare a Rende. Gli abbiamo ricordato che sarà anche il sindaco di Rende, ma nella politica regionale vale come “il due di picche a briscola”. Tant’è, i suoi sponsor politici gli hanno tirato un trabocchetto per niente edificante: gli hanno fatto capire che a Rende il Sindaco non decide niente senza il loro placet. Che potrà sbrigare le pratiche che vuole, ma quelle importanti devono passare prima dal loro vaglio. E su questo non si discute.
E infatti, dopo tre (dico tre!) Consigli comunali in cui la proposta della mega clinica privata è stata ritirata, gli stessi privati hanno inviato comunicazione al Comune dicendo che se la costruivano da un’altra parte la struttura. Arrivederci e grazie e tante belle cose.
Insomma: abbiamo ricordato a Manna che lui dovrebbe essere il sindaco di tutti cittadini di Rende e non solo degli interessi di qualche privato. E che la sua funzione gli imporrebbe di gestire la cosa pubblica a favore della collettività. E che noi voteremo sempre contro le scelte che vanno contro questo principio, perché siamo cittadini nelle istituzioni, e noi nelle istituzioni ci siamo eccome, tutti i giorni solo per perseguire questo obiettivo. Perciò ribadiamo la grande assenza della politica a Rende da un anno e mezzo a questa parte.
La politica di professione non ci interessa. Non miriamo a far carriera, anzi con questa scelta di campo, forte e inarrestabile, può darsi che ce la siamo addirittura bruciata la carriera.
Ma va bene così. Sono scelte di campo, chiare e coerenti quelle dei portavoce del Movimento 5 Stelle: ristabilire l’ordine delle cose, per esternare quello che vogliamo che diventi la cosa pubblica, come sia gestita e a favore di chi: dei cittadini.
Domenico Miceli
Capogruppo M5S al Comune di Rende