Arresti a Rende, Miceli (M5S): in caso di processo il Comune si costituisca parte civile. Massima fiducia nel lavoro degli inquirenti. I consiglieri del Pd rendese si devono dimettere

movimento-5-stelleRENDE (COSENZA) – L’inchiesta che ha terremotato il Pd rendese costringe tutti noi a profonde riflessioni di natura democratica. Dalle indagini della Dda sembra emergere un sistema ben congegnato atto alla creazione di voti e consensi elettorali. Un sistema che, se accertato, pone il cittadino in posizione di subalternità rispetto al politico-datore di lavoro in combutta con le ’ndrine locali.

La giustizia ora dovrà chiarire tutti quegli interrogativi che feriscono al cuore l’Area urbana cosentina e un’intera città, attraverso l’accertamento dei reati a carico degli arrestati. Nessun dubbio dovrà essere lasciato al caso e per questo confidiamo nel lavoro degli inquirenti.

Ma anche la politica dovrà fare le sue mosse di legalità e di dignità, in questa scacchiera che vede contrapposti Stato e anti-Stato: chiediamo al sindaco di Manna e alla sua maggioranza di provvedere a formare una commissione speciale sulla Rende Servizi, società in house del Comune citata più volte nel provvedimento firmato dalla Dda di Catanzaro. Proponiamo, altresì, la costituzione di parte civile del Comune nel caso in cui si dovesse arrivare ad un processo.

Dalla stampa apprendiamo che nell’inchiesta è finita anche l’ultima campagna elettorale del 2014 per le Comunali. Chiediamo perciò un gesto di estrema onestà agli eletti del Pd rendese: tutti i consiglieri, a partire dal capogruppo in Consiglio, dovrebbero fare un passo indietro e dimettersi.

Come Movimento 5 Stelle non ci stancheremo mai di portare avanti concetti di legalità, giustizia e trasparenza nella pubblica amministrazione e continueremo a contrastare a tutti livelli il malaffare e l’arroganza del potere.

Domenico Miceli
Gruppo Consiliare Movimento 5 Stelle Rende

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