Nel centro storico di Cosenza rotti alcuni nidi di Rondine. La Lipu chiede alla autorità competenti di intervenire e far rispettare le leggi

COSENZA – Cosenza è una delle poche città italiane dove nidifica il Rondone maggiore, una specie diffusa prevalentemente lungo l’arco alpino, le coste e in parte dell’Appennino. Un dato naturalistico estremamente interessante che andrebbe meglio conosciuto e valorizzato, come sostengono i responsabili della Lipu di Rende che da anni seguono e studiano queste specie.

Un altro aspetto che merita di essere reso noto è che nel centro storico di Cosenza -continua ancora la nota dell’Associazione- nidifica un’altra specie, meno rara rispetto al Rondone maggiore ma in netto declino in tutta Europa, la Rondine. Il suo nome scientifico è Hirundo rustica perché il suo habitat di elezione è appunto la campagna. Purtroppo, l’agricoltura intensiva piena di pesticidi e veleni agricoli, ha spesso sostituito quella tradizionale, e la campagna ‘amica’ è diventata merce rara. Cosa fa allora una piccola colonia di rondine all’interno del centro storico di Cosenza? Semplice, fugge dalla campagna inquinata da pesticidi, da un’agricoltura intensiva che non riconosce più, cerca riparo nelle periferie delle città. Il Lungo Crati è il suo territorio di caccia, mosche e zanzare sono le sue prede preferite di cui è divoratrice instancabile. Una sola coppia, nel periodo riproduttivo, riesce a catturarne sino a 6.000 al giorno. Ma questo piccolo uccello di pochi grammi e di soli 20 cm di lunghezza (di cui 3-6 spettano alla coda) ha un altro record. Nella sua lunga migrazione dal continente europeo a quello africano, compie in un solo anno, tra andata e ritorno, più di 20.000 km! E le rondini “cosentine” ritornano sempre lì, in quello stesso storico palazzo che affaccia sul Lungo Crati, nelle stesse scale condominiali dove, sulle travi e sulle alti pareti, posizionano i loro nidi, allevano la prole cacciando freneticamente insetti. Osservarle e vederle ritornare ai nidi con il becco pieno di insetti per nutrire i loro piccoli è uno spettacolo di rara bellezza naturalistica, sostengono ancora i volontari della Lipu rendese.
Ma a qualcuno tutta questa storia non interessa, anzi questo qualcuno ha pensato che fosse cosa buona e giusta per lui e per quelli che abitano nel palazzo allontanare le rondini, danno fastidio, sporcano a terra… la cosa più semplice è rompere i nidi ed è presto fatto!
Questo è il benvenuto che da persone “civili” si usa riservare ad una specie così importante la cui sola colpa è quella di sporcare pochi centimetri quadrati di un pianerottolo. Ma ci chiediamo cosa è più grave: la mattonella sporcata dalla rondine o la spazzatura sparsa poco al di fuori di quella scala, o ancora le campagne colme di pesticidi che arrivano sulle nostre tavole?
Ma la Rondine è una specie fortemente legata al suo sito di nidificazione e difficilmente vi rinuncia. In soli due giorni di duro lavorio la coppia infatti ha ricostruito un nuovo nido accanto a quello rotto. Ora fra qualche giorno, in quelle stesse scale, arriveranno altre rondini e purtroppo anche loro troveranno i nidi rotti. Dopo l’estenuante viaggio migratorio avrebbero bisogno di riprendere le forze, di cacciare insetti per accumulare grasso, l’energia perduta durante la migrazione e invece dovranno dedicarsi alla ricostruzione del nido. Ma che fine faranno questi nidi appena ricostruiti? No, noi ambientalisti, la gente per bene, le persone civili del centro storico di Cosenza e non solo non ci stanno, si ribellano e dicono NO a questi barbari atti vandalici.
La Lipu a distanza di soli pochi giorni dal primo comunicato su questa problematica lancia un altro appello, un’altra denuncia affinché le autorità competenti possano intervenire per evitare che episodi come questi possano nuovamente ripetersi. La Lipu ricorda ancora una volta che la Rondine è una specie protetta da leggi e direttive internazionali e distruggere un nido di Rondine è reato.
Oltretutto il comune di Cosenza nel 2003 ha anche adottato una delibera “Salvarondini” che va ulteriormente a rafforzare le leggi che già proteggono questa specie.
Cosenza sarà anche uno dei più bei centri storici d’Italia ma senza rondini e rondoni non è la stessa cosa, sarà meno ospitale, meno inclusiva, meno civile….
Si faccia in modo che uomini, rondini e rondoni possano convivere insieme, ciò è possibile ed anzi è la normalità in tutte le città civili e Cosenza deve essere tra queste.

Sezione Lipu Rende

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